Il Forum sull’allevamento sostenibile, organizzato da Assocarni e Assalzoo, è stato un appuntamento per difendere lo status quo, che ha evitato di definire le responsabilità (ambientali) del settore zootecnico. E’ stato detto, in poche parole, che l’allevamento intensivo è, allo stato attuale, assolutamente sostenibile (che contribuisce, in Italia, per una percentuale ridicola rispetto all’emissione di CO2, che l’indice di conversione del mangime in prodotti animali è migliorato notevolmente, che l’utilizzo di Ogm non è un problema). Ovviamente le due organizzazioni fanno il loro lavoro, ma ignorare completamente le problematiche connesse alla zootecnia, liquidando le critiche come “attacchi allarmistici e strumentali”, non è un bene per il settore. Forse, si può concedere che il Rapporto “Livestock and Climate Change” che attribuisce agli allevamenti intensivi il 51% delle responsabilità rispetto all’emissione dei gas climalteranti, sia “esagerato” (e che soprattutto sia giunto a conclusioni poco condivisibili con la proposta di soluzioni ingegneristiche peggiori del male). Ma non si può ignorare il rapporto FAO “Livestock’s long shadow” del 2006, né la Direttiva Nitrati, a lungo disattesa proprio nelle aree italiane dove sono presenti gli allevamenti intensivi, né il fatto che c’è una presenza consistente di Ogm, non graditi ai consumatori finali, nei prodotti destinati agli animali. VAS ha evidenziato, in occasione della V edizione della Giornata Nazionale Mangiasano (22 maggio 2010), proprio i problemi relativi alla zootecnia industriale (www.vasonlus.it) e ha prospettato possibili soluzioni per ridurre la dipendenza dai mangimi biotech (realizzando un Piano Proteine Vegetali e importando prodotti Ogm-free), sostenendo la reintroduzione delle razze autoctone, il rispetto del benessere animale, la trasparenza delle etichette relative ai prodotti animali. Inoltre, ha messo in evidenza il fatto che molte realtà italiane già lavorano nel rispetto dei diritti degli animali e ottengono un prodotto di altissima qualità rispettando l’ambiente. VAS ritiene che, per ottenere un modello […]