DI PATRIZIA DE RUBERTIS, IL FATTO QUOTIDIANO, 14 MAGGIO 2022 Ogni nuovo dato non fa che ribadirlo: il combinato disposto tra i rincari dell’energia e le difficoltà di reperimento delle materie prime finisce per influire sui prezzi al dettaglio, impattando anche sui beni alimentari con il costo del cibo ai massimi degli ultimi 11 anni. Ma ben presto, secondo la Fao, si raggiungerà il picco storico toccato a metà degli anni 70. Un allarme serio: non si tratta più di singoli prodotti, per quanto importanti, ma dei rincari delle stesse materie di base delle coltivazioni e della produzione globale che si ripercuotono lungo tutto la filiera.Secondo le rilevazioni sugli importi pagati dall’industria alimentare della grande distribuzione organizzata, i prezzi mostrano un aumento del +2,1% a marzo per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con una crescita però che si porta al +10,9% se andiamo a guardare i prezzi medi del marzo 2021. I prezzi di cibi e bevande sono aumentati in media del 6,3% e in cima alla classifica stilata da Coldiretti ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, aumentati del 63,5%, la farina (+17,2%, trainata dagli aumenti del grano) e il burro (+15,7%). Rincari a doppia cifra anche per la pasta (+14,1%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte, seguita dalla carne di pollo (+12,2%). Non va meglio coi prezzi di verdura fresca ( +17,8%), frutti di mare (+13) e pesce fresco (+7,6%). In salita anche il latte in polvere per neonati con alcune marche che cominciano a scarseggiare: la produzione è ferma e si sta dando fondo ai magazzini.Questi aumenti rischiano di affamare sempre più le famiglie italiane, mentre l’inflazione ha già allargato la platea di quelle povere non più in grado di sostenere le spese essenziali. Volano non a […]