GRANAIO UCRAINA. La Fao lancia l’allarme: un terzo dei silos sono in zone di guerra. La produzione è rallentata e disorganizzata, nei campi ci sono le mine, i furti e la distruzione di macchinari si sono moltiplicati. Il piano Ue DI ANNA MARIA MERLO, IL MANIFESTO, 12 MAGGIO 2022 Il viaggio a sorpresa di Charles Michel a Odessa nel giorno dell’Europa, il 9 maggio scorso, ha avuto almeno un effetto positivo: il presidente del Consiglio Ue si è reso conto di persona che al terminal del porto ci sono silos pieni di cereali, bloccati dall’assedio russo, che impedisce l’esportazione. La Fao ha lanciato l’allarme: un terzo dei silos ucraini sono in zone di guerra. L’Fmi e il Pam (Programma alimentare mondiale dell’Onu) sottolineano il rischio di carestie, soprattutto in Medioriente e Africa. «I russi fanno tutto il possibile per rovinare il nostro potenziale agricolo e provocare una crisi alimentare non solo in Ucraina ma nel mondo», ha denunciato il presidente Zelensky il 31 marzo scorso. Per gli ucraini torna la memoria dell’Holodomor, la grande carestia di Stalin del 1932-33. Emmanuel Macron in videoconferenza con gli esponenti dell’Unione africana martedì ha discusso le conseguenze della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare. Il presidente francese, a nome della Ue, da un lato ha avviato un’azione diplomatica, per chiedere a Putin di togliere il blocco e dall’altro, con il G7, si è impegnato ad approfondire il programma Farm, per garantire il commercio, la trasparenza dei prezzi e degli stock, aumentare il sostegno ai paesi più esposti e accelerare lo sviluppo delle agricolture locali. Ieri, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha risposto accusando l’Ucraina, che a suo dire rifiuta la cooperazione per sbloccare l’export e avrebbe minato i porti del Mar Nero. La Ue ha presentato ieri un piano di azione per cercare una […]