UNIONE EUROPEA. Eccezioni per Ungheria e Slovacchia. Riunione dei ministri dell’energia, stallo sul pacchetto di sanzioni che include il petrolio DI ANNA MARIA MERLO, IL MANIFESTO, 3 MAGGIO 2022 Chi sarà il prossimo? Dopo la chiusura del rubinetto del gas per Polonia e Bulgaria e le minacce del presidente della Duma, Viktorovich Volodin, su «altri paesi ostili» da colpire, i ministri dell’Energia dei 27 si sono riuniti ieri «in emergenza» a Bruxelles per decidere le prossime mosse. Ma le carte sono in mano a Mosca, almeno fino a quando la Ue non deciderà un embargo totale sugli idrocarburi russi. Una decisione non sarà presa prima del Consiglio europeo di fine maggio. Per il momento, l’obiettivo, già non facile, è non rompere l’unità europea. IERI È STATA RIBADITA la «solidarietà» tra i 27. La tabella di marcia è sostituire la Russia con altri fornitori «sicuri», mettere in comune gli stock di gas e organizzare una «piattaforma» europea di acquisti, accelerare sui terminal per il Gnl (la Ue ora ne ha 20), arrivare entro fine anno a un embargo sul petrolio, che dovrebbe essere nel sesto pacchetto di sanzioni, che la Commissione sta preparando e che avrebbe già dovuto essere varato, ma le tensioni tra paesi stanno rimandando la stesura finale. Le nuove sanzioni dovrebbero essere estese ad altri oligarchi e colpire anche il gigante Sberbank. Il commissario al mercato unico, Thierry Breton, sostiene il principio della gradualità delle sanzioni, che vanno in un «crescendo», per far cedere la Russia. C’è stata tensione, ieri, tra i 27 sulla questione del pagamento in rubli, preteso dalla Russia, anche perché questo mese arrivano delle scadenze di pagamento per molti stati, che potrebbero tradursi nello stop alle forniture. Per la ministra francese della Transizione ecologica, Barbara Pompili, che ha convocato la riunione di emergenza nell’ambito della presidenza […]