“Il virus è entrato in fase benigna. Ma prepariamoci alle ricadute”

Il virologo Guido Silvestri

DI STEFANO CASELLI, IL FATTO QUOTIDIANO, 12 APRILE 2022

“Che questa sarebbe stata l’evoluzione del virus, con buona pace dei virologi da ombrellone che pensavano il contrario, lo avevamo già previsto nel 2020. E così è avvento”. Parola di Guido Silvestri, virologo di fama internazionale e docente alla Emory University di Atlanta, secondo cui il Covid è entrato “in una fase benigna”.
Professore, quindi possiamo dire che la pandemia sta finendo?
Non è così, ma già due mesi fa sostenevo che, con i vaccini e l’arrivo di Omicron, sarebbe presto finita la fase emergenziale della pandemia. E così è stato. Dovremo convivere con Sars-CoV-2 come si convive con tanti altri virus.
Il decorso delle varianti, sempre più contagiose ma in apparenza meno letali, è in linea con lo sviluppo delle passate pandemie?
Che il virus andasse nella direzione di diventare più trasmissibile e meno letale era cosa che avevamo previsto già dal 2020. Proprio la settimana scorsa Nature ha pubblicato cinque studi in cui si spiegano i meccanismi molecolari di questa evoluzione “benigna” di Omicron. Una simile dinamica – come ha ricordato il professor Remuzzi – potrebbe essersi manifestata con il virus OC43, che molti ritengono responsabile della cosiddetta influenza russa del 1889-1890.
Eppure in Cina sono in corso lockdown come nemmeno nel 2020.
Con 26.000 casi nella sola Shanghai è chiaro che la politica del Covid-zero in Cina sta traballando. Se così fosse, con una vaccinazione negli anziani non ottimale (si parla di 50% di vaccinati con prodotti di efficacia minore dei nostri) e livelli bassi di immunità da infezione, diventerebbe alto in Cina il rischio di stress sulle strutture ospedaliere, come successo peraltro a Hong Kong. Le prossime settimane avranno una importanza fondamentale nel determinare l’immagine di questo grande Paese nel prossimo futuro.
Tra 20 giorni in Italia saremo ufficialmente nella fase “liberi tutti”. È il momento giusto?
Detesto l’espressione “liberi tutti”, è insensata dal punto di vista scientifico e impregnata di un sottofondo moralista e stigmatizzante verso i malati. Il problema, semmai, è conciliare la necessità di contenere il virus con il fatto che le chiusure generalizzate portano a danni socio-economici e psicologici devastanti, soprattutto nei più poveri e nei più giovani. La scelta della convivenza col virus, che non è un “liberi tutti”, ma un approccio basato tanto sulla scienza che sul buon senso.
Non sarebbe stato meglio tenere ancora le mascherine al chiuso?
Trovo molto sensate le raccomandazioni del Cdc Usa, non dissimili dalle regole in vigore dal 1º maggio in Italia. La mascherina al chiuso è raccomandata solo se il livello di trasmissione del virus in una certa comunità è alto, livello che si determina sulla base di contagi, ricoveri ospedalieri e capacità di accoglienza del sistema sanitario. Con queste regole oltre il 90% degli americani al momento vive in aree dove la mascherina al chiuso non è obbligatoria.
I contagi, tuttavia, sono ancora molto alti. Eppure circa il 35% degli italiani non ha fatto la terza dose. Abbiamo perso fiducia nei vaccini?
Spero proprio di no, solo grazie ai vaccini – mettiamocelo bene in testa – siamo potuti uscire in tempi relativamente brevi dall’emergenza. E sarebbe ora che si smettesse di fare disinformazione di stampo no-vax: questi preparati sono assolutamente sicuri ed efficienti.
Quarta dose (oltre agli agli immunocompromessi) solo agli over 80 e ai fragili 60-69enni. È d’accordo con la scelta italiana?
È una scelta ragionevole, ormai con Omicron la mortalità coinvolge quasi esclusivamente soggetti non vaccinati o molto fragili in cui l’effetto della vaccinazione tende a diminuire nel tempo anche a causa della debolezza del sistema immunitario. Sulla tempistica si può discutere, ma la strategia generale è quella.
Cosa dobbiamo aspettarci dall’autunno?
Una nuova recrudescenza di Sars-CoV-2, che si comporterà come tutti i virus respiratori, seguendo un andamento tipicamente stagionale. Saremo in grado di controllarla se ci faremo trovare preparati, cioè con la popolazione ben vaccinata, non solo anziani fragili, tutti, bambini compresi, e con quantità efficaci nel ridurre il rischio di Covid severo per Omicron e varianti simili.

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