Di GIANNI BARBACETTO, IL FATTO QUOTIDIANO 1 APRILE 2022 La prossima impresa del Comune di Milano potrebbe essere quella di produrre e diffondere il #CucchiainoSvuotaMare. In elegante confezione bianca e rossa – i colori comunali – con spazio pronto per lo sponsor, il pratico utensile potrà essere distribuito in città acciocché i milanesi possano portarselo appresso nei loro weekend liguri, a Santa o a Zoagli, dove le Bibi e le Didi e le Franci e le Bubi possano usarlo serene in spiaggia, sulla linea di battigia, dopo la lettura di qualche pagina del romanzo preferito e prima dell’ape in piazzetta con il Mario, il Giampi, il Dodi. Sarebbe, quanto a insensatezza, insipienza e ridicolaggine, la degna e giusta continuazione dell’impresa “Acqua del sindaco”, presentata dall’assessore all’Ambiente Elena Grandi e dal presidente di Mm Simone Dragone. I due hanno annunciato solennemente, nella Giornata mondiale dell’Acqua, che il Comune di Milano ha avviato l’operazione di inscatolare l’acqua del rubinetto che già arriva nelle case di tutti i milanesi. Non in antiecologiche bottiglie di plastica, bensì in brick, confezioni di cartone poliaccoppiato. Con il marchio “L’acqua del sindaco”, che deve essere parso agli ideatori una trovata spiritosa e geniale. Ora: se l’acqua arriva in tutte le case e in tutti gli uffici – e finanche nelle 650 milanesissime “vedovelle” e nelle 53 casette dell’acqua, i distributori presenti nelle strade e nelle piazze della città – che senso ha confezionarla e inscatolarla? Il senso del ridicolo, lo comprendiamo, è riservato alle persone intelligenti, ma qui dev’essere sfuggito anche il senso dei conti: per realizzare l’operazione “Acqua del sindaco”, l’amministrazione ha speso 1 milione di euro (per la precisione 981.280 euro) per comprare una “macchina per il riempimento di cartone poliaccoppiato”, a cui si aggiungeranno i costi dei cartoni e del personale addetto al confezionamento. […]