Ai primi di marzo per la terza volta in tre anni che la Environmental Protection Agency (Epa), Agenzia di protezione ambiente statunitense, ha ordinato ad Amazon di sospendere definitivamente la vendita di pesticidi illegali dalla sua piattaforma di e-commerce. La notizia è stata lanciata
Già nel 2018 l’Epa aveva inflitto ad Amazon una multa da 1,2 milioni di dollari per aver commesso oltre 4.000 violazioni della legge federale sulla vendita e la distribuzione di pesticidi non autorizzati negli Stati Uniti. Fu siglato un accordo ma evidentemente il problema non è stato risolto. Lo scorso anno l’ente americano aveva nuovamente richiamato Amazon a interrompere la vendita di circa 30 prodotti illegali
Secondo EPA “sulla piattaforma di Amazon si possono acquistare pesticidi e insetticidi non registrati, potenzialmente pericolosi o completamente inefficaci. Pesticidi che evidentemente rappresentano un rischio significativo e immediato per la salute di consumatori, bambini, animali domestici e altri soggetti esposti ai prodotti”,
Infatti, secondo la legislazione Usa per essere venduti negli Stati Uniti pesticidi e insetticidi devono essere valutati in termini di sicurezza ed efficacia dall’Epa e inoltre, devono avere un’etichetta con un numero di registrazione. Dati del tutto mancanti nel caso dei prodotti illegali.
Venendo in Europa l’Italia detiene un infelice primato: è il secondo Paese dell’Unione europea per quantità di pesticidi esportati nel mondo il cui impiego è da tempo vietato nella comunità. Ciò emerge da una recente inchiesta realizzata dall’unità investigativa di Greenpeace inglese e dalla svizzera Public Eye su dati del 2018.
«Il “bel paese” esporta ogni anno 9.500 tonnellate che rappresentano il 12 per cento delle oltre ottantamila totali commercializzate dai vari stati con destinazione in 85 Paesi extracomunitari»
Al primo posto troviamo il Regno Unito mentre subito dopo L’Italia ci sono Germania e Olanda. Ecco che allora dobbiamo porci una domanda : “Ma come è possibile che le autorità europee autorizzino l’esportazione in tutto il mondo di prodotti da noi vietati?”
Purtroppo nella normativa europea ci sono delle scappatoie che consentono alle aziende agrochimiche di continuare a produrli ed esportarli nei Paesi dove queste sostanze non sono vietate. Noi abbiamo norme abbastanza all’avanguardia, anche se lungi dall’essere perfette, mentre in molti altri Stati sostanze da tempo vietate nell’Ue per i loro potenziali rischi per la salute umana o per l’ambiente sono ancora autorizzate.
La battaglia per l’ambiente e l’ecologia è ancora lunga e difficile, ma noi non ci fermeremo !!!!