Sebbene il costo medio della Tari in Italia sia pari a 300€ per una famiglia di tre persone che abita in una casa di 100 mq, le diseguaglianze a livello nazionale sono notevolissime. Un esempio valga su tutti: tra il Trentino Alto Adige e la Campania ci corrono oltre 200 euro di differenza. Con il primo fermo a 193 euro l’anno, peraltro con un leggero dell’1.4%, e la seconda a quota 419. I dati sono forniti dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, ma oltre ai numeri sarebbe importante capirne la ratio. Iniziamo dai dati: in un panorama nazionale in cui la tariffa resta invariata, a livello territoriale – snocciola Cittadinanzattiva – si registra un incremento in dieci regioni: Molise (+4,3%), Calabria (+3,4%), Umbria (+2,8%), Liguria (+2%), Lazio (+1,9%), Marche (+1,7%), FVG (+1,6%), Trentino Alto Adige (+1,4%), Toscana (+0,8%), Piemonte (+0,7%); tariffe in diminuzione in sei: Abruzzo (-2,8%), Veneto (-2,2%), Sardegna (-1,5%), Sicilia (-1,4%), Puglia (-0,8%) e Campania (-0,4%). La spesa resta invariata in quattro regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e Valle d’Aosta. Catania – prosegue lo studio – è il capoluogo di provincia più costoso (504€ stabile sul 2019), Potenza il più economico (121€). Rispetto ai 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento (rispetto al 2019) in 30 capoluoghi, situazioni di stabilità in 27 e variazioni in diminuzione in 11. A Crotone l’incremento più elevato (+14,1%), a Venezia la diminuzione più consistente (-16,2%). Grande variabilità dunque, ma a livello di grandi aree geografiche la situazione si fa più chiara: i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro, invariato rispetto al 2019), segue il Centro (304 euro rispetto ai 299 del 2019), infine il Sud, più costoso (349 euro, erano 351€ nel 2019). Numeri che si spiegano in diversi modi, ma in larga parte a pesare – come confermano molte altre fonti – è la dotazione impiantistica sui territori […]