Oggi il Parlamento ha adottato, con 330 voti favorevoli, 298 contrari e 65 astensioni la relazione 2018-2019 sullo stato dei diritti fondamentali nell’UE, individuando diverse aree problematiche.
I deputati condannano fermamente gli sforzi compiuti in alcuni Paesi UE per indebolire la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura e ribadiscono la necessità di un meccanismo dell’UE sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.
Evidenziano poi gli attacchi alla libertà, all’indipendenza e al pluralismo dei media, sottolineando il ruolo democratico di giornalisti e informatori.
Inoltre, invitano gli Stati membri ad astenersi dall’adottare leggi che limitano la libertà di riunione e a porre fine agli interventi sproporzionati e violenti da parte delle forze dell’ordine.
Dopo il voto in Commissione, la relatrice, l’irlandese Clare Daly di Sinistra unita europea – Sinistra verde nordica, aveva detto che «trovare un terreno comune in commissione è stato difficile, ma fortunatamente restano alcuni dei nostri messaggi chiave.
Siamo particolarmente lieti per l’inclusione della sezione sui diritti economici e sociali.
Dopo tutto, non si può parlare di diritti fondamentali senza guardare alle politiche, dalla politica sanitaria alla politica economica alla politica abitativa, che li influenzano così profondamente».
L’approvazione della relazione è chiaramente un monito ai governi di destra sovranisti dell’Europa dell’Est che stanno da tempo violando i principi fondativi dell’Unione europea e che in questi giorni hanno messo in atto una specie di mercato di scambio tra l’approvazione delle misure europee per la ripresa post-Covid e il mantenimento delle loro leggi liberticide.
Ecco i principali punti approvati a maggioranza (con il voto contrario dei gruppi di destra e sovranisti) dal Parlamento europeo
Proteggere le persone svantaggiate
I gruppi vulnerabili (in particolare le donne, le persone con disabilità, gli anziani, i bambini, i migranti, i Rom e le persone LGBTI+), sono stati colpiti in modo sproporzionato dai tagli alla spesa pubblica.
Perciò, i deputati chiedono politiche che tengano conto dei diritti umani, economici e sociali, richiamando l’attenzione anche sull’importanza di una transizione ambientale equa che protegga la povertà infantile e i giovani esclusi dall’accesso agli alloggi.
Nel testo si condanna il “regresso organizzato” nei confronti dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e si ribadisce il diritto a metodi contraccettivi moderni e all’aborto sicuro e legale.
Viene anche condannato vivamente l’allarmante numero di femminicidi nell’Unione europea e la segregazione etnica delle donne rom nelle strutture di assistenza sanitaria materna.
Questa pratica discriminatoria deve essere immediatamente vietata.
Inoltre, devono essere garantiti dei mezzi di ricorso efficaci e tempestivi per tutti i sopravvissuti a sterilizzazioni forzate.
Il Parlamento è profondamente preoccupato dalle notizie secondo cui i richiedenti asilo stanno subendo violente pressioni e per la situazione umanitaria negli hotspot.
L’intimidazione, gli arresti e i procedimenti penali contro organizzazioni e individui per aver fornito assistenza umanitaria ai migranti devono cessare.
Gli Stati membri sono esortati a istituire corridoi umanitari verso l’UE e a introdurre la possibilità di richiedere visti umanitari per i richiedenti asilo.
Lotta all’estremismo
I discorsi di odio e le diverse forme di razzismo si stanno normalizzando, non solo da parte degli estremisti ma anche da alcuni rappresentanti di governo o leader politici.
I deputati chiedono ai Paesi UE di imporre un divieto effettivo ai gruppi neofascisti e neonazisti e condannano tutti gli attacchi contro i cristiani, chiedendo equità di trattamento in Europa e nel mondo dopo gli attacchi nei luoghi di culto cristiani.
Inoltre, il Parlamento: sottolinea il legame tra corruzione e violazione dei diritti fondamentali in vari settori quali l’indipendenza della magistratura, la libertà dei media, la libertà di espressione dei giornalisti e degli informatori, le strutture detentive, l’accesso ai diritti sociali, o la tratta di esseri umani; è preoccupato per la crescente riduzione dello spazio per una società civile indipendente; sottolinea i rischi connessi all’uso dell’Intelligenza Artificiale e al diritto alla protezione dei dati personali, e chiede standard comuni Ue sulle regole in materia di detenzione, in linea il diritto internazionale.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 26 novembre 2020 sul sito online “greenreport.it”)