I Consorzi di bonifica riuniti nell’Anbi e gli agricoltori della Coldiretti lanciano un allarme congiunto sul Po, il più grande fiume italiano che nel bel mezzo dell’autunno si ritrova in secca come in piena estate: «Il fiume Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di due metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per effetto – spiegano dalla Coldiretti – di un andamento climatico del tutto anomalo in Italia per la mancanza di precipitazioni nel mese di novembre che tradizionalmente è il più piovoso dell’anno». Lo stesso emerge dall’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, che ricorda come l’andamento del fiume Po sia ovunque sotto media e con portate più che dimezzate rispetto allo scorso anno; i suoi bacini montani trattengono circa 851 milioni di metri cubi, cioè il 53% del volume massimo invasabile. Nel frattempo, al sud nei giorni scorsi sono cadute bombe d’acqua. «Quanto registrato nel salernitano, dove violente piogge hanno danneggiato gli uliveti, è l’ennesima dimostrazione dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, cui possiamo rispondere solo aumentando la resilienza dei territori attraverso il potenziamento delle infrastrutture idrauliche. Per questo, abbiamo trasmesso al Governo un Piano per l’efficientamento della rete idraulica, che prevede 858 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento complessivo di quasi 4 miliardi e 340 milioni di euro», ricorda il presidente Anbi Francesco Vincenzi. Del resto, le problematiche legate alla gestione della risorsa idrica, soprattutto al sud, hanno radici profonde. Come osserva Michaela Castelli, presidente di Utilitalia, la «soluzione dei problemi che affliggono il servizio idrico al Sud non è più differibile. Nei territori in cui la riforma di 25 anni fa (la legge Galli, ndr) non è stata ancora portata a compimento, servono interventi che consentano di superare le gestioni in economia, di rilanciare gli investimenti […]