Emergenza cinghiali, gli animali catturati restano agli agricoltori: da ora anche nel parco di Veio

 

Agricoltori ed allevatori che abbiano danneggiati dai cinghiali, sono ora autorizzati a catturarli anche nel parco di Veio.

La possibilità finora sfruttata dalle riserve gestite dell’ente RomaNatura, sarà accordata anche alle aziende agricole presenti nel polmone verde di Roma Nord.

La decisione del Parco di Veio

I proprietari di fondi agricoli, gli allevatori e gli agricoltori che operano nei 15mila ettari del parco di Veio, grazie ad un apposito provvedimento firmato dell’Ente Parco, potranno richiedere di aderire a questa iniziativa, finalizzata al controllo numerico degli ungulati.

Nella zona sono presenti molti esemplari d’una razza particolarmente prolifica, importata dall’est Europa per scopi venatori.

Si tratta di una grande possibilità che ci permetterà di intensificare il controllo numerico dei cinghiali – ha dichiarato il presidente del Parco di Veio, Giorgio Polesi – abbiamo attuato quanto proprio agricoltori e allevatori, che subiscono danni per la presenza di cinghiali, ci avevano chiesto“.

Le gabbie

Gli animali saranno catturati mediante delle gabbie.

L’ente parco – si legge nell’avviso pubblico – potrà mettere a disposizione, in via sperimentale, le proprie strutture di cattura nelle fasi iniziali delle attività di controllo”.

Successivamente però sarà il titolare dell’azienda a farsi carico dell’acquisto e della messa in funzione delle gabbie, di cui dovranno provvedere alla manutenzione.

L’agricoltore interessato a cogliere questa opportunità, dovrà farsi carico anche del foraggiamento e delle spese veterinarie legate agli eventuali ungulati catturati.

I cinghiali diventano dei produttori agricoli

I cinghiali presi “restano a titolo di ristoro forfettario” alle aziende agricole che posizionano le proprie gabbie.

Una volta catturato un esemplare (l’avviso pubblico specifica che altre specie animali vanno rilasciate) occorre avvertire l’Ente parco che compila un verbale di consegna con relative marche auricolari.

A quel punto  l’azienda diventa a tutti gli effetti responsabile del cinghiale. 

Un accordo già operativo

L’iniziativa si iscrive nel solco dell’accordo che nel 2019 è stato sottoscritto tra Coldiretti, Federparchi e Legambiente e che ha permesso alle aziende agricole presenti nei parchi di Decima Malafade e della Marcigliana, di poter attrezzare degli strumenti di cattura.

Con risultati finora modesti: sono state poche decine, infatti, gli esemplari presi con questa tecnica.

La possibilità offerta agli agricoltori che ne facciano richiesta, non ha alcuna attinenza con il protocollo firmato nel 2019 tra Comune di Roma, Città Metropolitana e Regione Lazio.

Accordo che, in quel caso, tra le strategie di contenimento prevede anche il ricorso alla teleanestesia e la successiva somministrazione di un’iniezione letale.

Com’è stato nel contestato caso del branco soppresso all’Aurelio, nel giardino Mario Modeni.

(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 12 novembre 2020 sul sito online “Roma Today”)

 

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