I vincoli ora valgono meno, ruolo marginale della Soprintendenza. La Fiorentina dovrà fare il progetto e confrontarsi col Mibact
Il decreto “semplificazioni per interventi su impianti sportivi“ approvato dal Parlamento ha già prodotto i suoi effetti: lo scavalcamento della soprintendenza fiorentina.
Una circolare del ministero dei beni culturali, inviata tra gli altri al soprintendente Andrea Pessina, trasferisce ogni decisione alla direzione generale del Mibact: viene messo così nero su bianco anche l’iter procedurale che dovrà seguire la progettazione del nuovo (se ci sarà) stadio Franchi.
Così scrive La Nazione.
DIALOGO CON ROMA.
È questo l’ultimo passaggio formale in attesa di un progetto di restyling che dovrà essere presentato dalla Fiorentina.
Quando la società gigliata lo farà – ancora non l’ha formalizzato – non sarà più la Soprintendenza a valutare cosa demolire e cosa proteggere dalle ruspe, perché il dialogo avverrà direttamente con Roma.
Ciò che dovrà essere mantenuto del vincolo posto sull’immobile sarà valutato con altri criteri, in cui «gli aspetti commerciali e funzionali avranno la priorità rispetto a quelli artistici e storici».
MINISTERO.
Il “decreto semplificazione“ potrebbe dunque spazzar via tutte le obiezioni avanzate dal soprintendente Pessina e dai suoi collaboratori, almeno quelle rispetto alle ipotesi previste nel progetto di recupero del Franchi redatto dall’architetto Casamonti.
Ieri, il ministro Dario Franceschini, in città per le celebrazioni su Dante, ha detto di non aver affrontato al questione stadio col sindaco Nardella.
In ogni caso, dalla direzione generale del suo dicastero è partita la circolare che parla di “decreto di avocazione e prime indicazioni operative“, è firmata dal direttore Federica Galloni.
La richiesta è chiara: la soprintendenza dovrà solo raccogliere e trasmettere la documentazione di eventuali progetti di interventi su impianti sportivi con vincolo di tutela artistica.
E’ tenuta poi a preparare una relazione per una prima valutazione con «specifici elementi strutturali, architettonici o visuali di cui sia strettamente necessaria ai fini testimoniali la conservazione o la riproduzione anche in forme e dimensioni diverse da quella originaria».
Ma ogni decisione sarà poi presa nelle stanze romane.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 3 ottobre 2020 sul sito online “fiorentina.it”)
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N.B. – Quando una Direzione Generale del MIBACT arriva ad emanare una circolare in cui si afferma che «gli aspetti commerciali e funzionali avranno la priorità rispetto a quelli artistici e storici», abdicando ai suoi compiti specifici, fino ad arrivare a fare le veci del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, qualcuno dovrebbe ricordare al Ministro Franceschini che secondo l’art. 41 della Costituzione «l’iniziativa economica privata è libera», ma «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale» e non può ad ogni scavalcare mai il principio fondamentale sancito dall’art. 9 secondo cui «la Repubblica …. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Dott. Arch. Rodolfo Bosi