Complici gli effetti del lockdown, migliorano le condizioni di alcune specie. Nati due nuovi cuccioli di rinoceronti di Giava
Un anno di speranza.
Oggi si celebra la giornata mondiale dei rinoceronti, animali incredibili, simbolo della lotta alla conservazione: per anni soggetti a continue predazioni da parte dei bracconieri alla ricerca del prezioso corno, nel 2020 questi animali stanno vivendo una inaspettata e positiva tregua.
In attesa dei dati di fine anno, le ultime cifre disponibili raccontano – sostiene la International Rhino Foundation – che grazie al lockdown, la chiusura dei confini e lo stop ai viaggi e le numerose restrizioni legate alla pandemia, gli atti di bracconaggio sono in calo e alcune popolazioni delle cinque specie di rinoceronti al mondo sembrano, seppur di poco, in crescita.
I rinoceronte neri per esempio, aumentati di poco più di un centinaio (da 5500 nel 2019 a 5630), rimangono in pericolo di estinzione (va ricordato che negli anni Settanta erano 65 mila) ma la nuova crescita appare come una piccola iniezione di fiducia verso il futuro.
Nei primi mesi del 2020 per esempio le popolazioni di questi animali in Zimbabwe sono cresciute del 13,8%.
Se si guarda al rinoceronte bianco, mentre continua grazie alla sperimentazione (anche in Italia) il tentativo di salvare quello del Nord tramite clonazione in laboratorio, per quanto riguarda la sottospecie del Sud ci sono speranze altalenanti.
Oggi si contano circa 18 mila rinoceronti bianchi e rispetto al 2018, quando in Africa se ne uccidevano in media 1 ogni 10 ore (circa 900 l’anno), ora i dati mostrano un calo delle uccisioni nel 2019 (319 morti) e nella prima metà del 2020 (166).
Cifre incoraggianti, così come gli atti di bracconaggio praticamente azzerati in zone come quella del Kruger in Sudafrica, che nascondono però le paure dei conservazionisti.
Si teme infatti un boom della caccia al corno dopo i lockdown, se non sarà tenuta alta la guardia e non verranno allentate le politiche di lotta al crimine.
Qui esiste, per esempio, un problema di fondi: mentre quelli governativi sono stati garantiti a riserve e parchi statali anche durante la crisi del Covid, per le riserve private, senza entrate con l’azzeramento del turismo e la conseguente carenza di ranger, ora che sono esposte e vulnerabili si aprono nuovi possibili scenari negativi, con i bracconieri pronti ad agire.
Anche in Asia, dove vivono altre specie, ci sono piccoli segnali di speranza.
In Indonesia restano meno di 80 rinoceronti di Sumatra, uno dei mammiferi più minacciati al mondo, che ha vissuto un calo di oltre il 70% negli ultimi 30 anni.
Il progetto Sumatran Rhino Rescue sta continuando nella sua missione di salvare questi animali nel tentativo di farli riprodurre.
In questo caso la pandemia legata al Covid ha rallentato molti dei processi in corso, ma ora stanno lentamente riprendendo.
Buone notizie invece riguardano soprattutto il rinoceronte di Giava, salito da 68 esemplari a 74.
Questi rari animali si trovano nel Parco Nazionale Ujung Kulon in Indonesia e sono fortemente protetti: negli ultimi mesi due piccoli di rinoceronti, una femmina chiamata Helen e un maschio di nome Luther, sono stati avvistati grazie alle riprese delle 100 telecamere piazzate nel parco.
La nascita di questi due individui dovrebbe dunque portare la popolazione esistente da 72 a 74 esemplari.
Due nascite che portano “molta speranza” hanno dichiarato le autorità del parco.
Anche in India si lotta per continuare a conservare i rinoceronti indiani ma in questo caso, sia per i censimenti che per gli impegni legati alla protezione degli animali, il Covid-19 ha bloccato temporaneamente diversi progetti, essendo l’India uno dei Paesi più colpiti dal virus.
Resta comunque molto basso il numero di incidenti legato al bracconaggio, grazie ad efficienti protezioni da parte dei funzionari forestali.
Per tentare di salvare tutte e cinque le specie, sostengono esperti e conservazionisti, bisognerà dunque continuare nella direzione dell’impegno di trattati internazionali fra governi che portino a misure antibracconaggio e smantellamento del mercato nero, incentivare monitoraggio e gestione attiva delle popolazioni selvatiche, lavorare maggiormente con le comunità locali e insegnare ai più piccoli l’importanza della biodiversità.
Un insegnamento, quest’ultimo, che in Italia in questi giorni passa attraverso una iniziativa curiosa: nella settima del Rhino Day ai cittadini per esempio di Torino, Brescia, Ivrea e altre città sarà capitato di vedere un enorme rinoceronte su un pick-up.
La statua a misura reale fa parte di un progetto che porta avanti Davide Bomben, presidente dell’Associazione Italiana Esperti d’Africa e istruttore capo della Poaching Prevention Academy, insieme ai suoi collaboratori.
“Si chiama The Rhino Road Run (‘L’estinzione è per sempre’), un progetto che attraverso il simbolo del rinoceronte, tramite incontri e convegni, mira ad aumentare la consapevolezza sullo stato di questo meraviglioso animale“.
Anche se è solo una statua, la portano in giro per far innamorare grandi e bambini: un modo per tenere alta la speranza.
(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 22 settembre 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)