Si comincia da Sant’Elia, il Bronx di Cagliari, restituito come luogo carico e suggestivo, dove si stratificano storie che producono immagini, racconti, cibi, in tragitti che scovano ogni anfratto di un quartiere che ribolle di esperienze, che si scruta dentro ma che proietta lo sguardo anche fuori, lanciandolo dal promontorio che si apre sul mare e il resto della città. Un quartiere incastrato fra mare e terra, attraversarlo seguendo la narrazione di Sant’Elia: deviazioni inedite raccontate dagli abitanti è come assaporare lentamente una delle ricette culinarie cagliaritane che scandiscono il racconto: ogni sapore richiama una strada, una piazza o un portone, un fatto storico o di cronaca, un personaggio vero o immaginario che di quel luogo compone l’anima. La cucina infatti è il codice con cui si invita a decifrare il quartiere… Raschia e pulisci le cozze, metti a spurgare le vongole in un contenitore con acqua di mare, lo stesso mare che bagnano le pietre di Sant’Elia. C’è un luogo dove i suoi abitanti pescavano le vongole, cercalo, prendi come riferimento Via dei Navigatori, vai verso il Lazzaretto, a fianco dell’arco di ingresso c’è un edicola, chiedi alla donna di parlarti del porticciolo… Le ricette sono i capitoli, i paragrafi sono i luoghi, le forme, le figure. Piatti come la Cassola de pesci o la Buridda sono il pretesto per inviare il lettore nei luoghi da cui provengono gli ingredienti, o dalle persone che aggiungeranno alla ricetta o al quartiere quel dettaglio assolutamente unico: un consiglio per la cottura o un’antica filastrocca di accompagnamento per la preparazione. SI TRATTA DELLA PRIMA DELLE GUIDE non guide della collana Non turismo di Ediciclo, una serie di manuali di viaggio corali frutto del lavoro di una redazione di comunità che invia il viaggiatore alla scoperta dei luoghi dimenticati, trascurati, a volte malie […]