Ustica: con la scusa del Covid-19 si vuole aprire la riserva integrale

 

Tre consiglieri comunali di Ustica, Renato Mancuso, Tania Licciardi e Vittoria Salerno, rivelano che il sindaco dell’Isola il 27 giugno ha scritto sulla sua pagina Facebook che «il Ministero dell’Ambiente e della tutela del mare questa mattina ha accolto la nostra richiesta di apertura alla balneazione di altre zone nella zona “A” (oltre Cala Sidoti ed Acquario) a partire da luglio con le stesse modalità e vincoli già presenti in altri siti.

Dopo 30 anni la comunità usticese ed i turisti potranno godere, nel massimo rispetto dell’ambiente, di una delle zone più belle di Ustica».

Secondo i tre Consiglieri comunali, che avevano già scritto al ministero dell’ambiente per segnalare una cattiva gestione amministrativa dell’Area marina protetta da parte del Comune di Ustica, «l’apertura alla balneazione della Zona A di Riserva Integrale rischia di annullare gli eccezionali e positivi risultati ottenuti in questi 33 anni» e per questo chiedono al ministero dell’ambiente se «nella procedura di valutazione della richiesta si sia tenuto conto che il sito ospita il marciapiede e vermeti, opera dei biocostruttori sottoposta a massima tutela per la presenza del Dendtopoma patraeum e per tale ragione da 33 anni interdetto a calpestio e balneazione.

Questa e la Zona Integrale più antica d’Italia riteniamo doveroso salvaguardare il suo unicum per l’importanza scientifica della sua biodiversità».

A quanto pare, il Comune non ha voluto dare le copie dello scambio di mail con il Ministero ai tre consiglieri di minoranza.

Loro ora hanno fatto richiesta scritta, ma passeranno dei giorni per avere la risposta.

La  richiesta del Comune dovrebbe essere del 5 giugno e la risposta del Ministero è del 26 giugno.

Pare che il ministero autorizzi la balneazione nella zona integrale temporaneamente ed eccezionalmente per i mesi luglio e agosto, causa emergenza sanitaria per garantire il distanziamento sociale.

E il ministero chiede di fare un monitoraggio al termine della stagione estiva.

Procedura abbastanza anomala e che apre un precedente preoccupante.

La pensa così anche Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, che ha ricordato che «in tempi di pandemia e distanziamento, avevamo chiesto una migliore gestione delle spiagge e, soprattutto un’attenzione particolare alle Aree Marine Protette.

Ad Ustica, accade il contrario.

Il Sindaco ha chiesto al Ministero dell’Ambiente, il permesso (ottenuto eccezionalmente) di aprire alla pubblica fruizione, per i mesi di luglio ed agosto, la zona A dell’Area Marina Protetta.

A parte il fatto che quest’ultima versa in uno stato di abbandono, non essendo gestita costantemente ed in modo adeguato (è da un paio di anni che non vengono neppure istallate le boe di segnalazione), è inconcepibile e vergognosa la richiesta ed assolutamente incomprensibile la risposta del Ministero.

Quella di aprire la zona A, di massima integrità della riserva, è un fatto gravissimo.

Chiediamo al Ministro Costa di negare questo inopportuno e pericoloso consenso».

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, conclude: «La scusa del Covid-19 per scardinate la tutela della natura, e non si posso permettere scorciatoie che recano danni alla conservazione del nostro capitale naturale. 

Chiediamo una valutazione più attenta delle motivazioni che vengono addotte dal Comune di Ustica e gestore dell’Amp per chiedere una deroga alla fruizione della zona A.

Il ministro intervenga per fermare questo scempio amministrativo messo in piedi da una prassi  burocratica che valuta sulla carta ed ex-post gli impatti che tali decisioni hanno sullo stato di conservazione degli habitat e specie marine.

Abbiamo bisogno di più tutela, di incrementare le aree a tutela integrale del nostro mare e non di assistere a queste decisioni che mettono in discussione scelte che sono costate tanto a una comunità che ha saputo scegliere per prima un’Area marina protetta e fatto sacrifici che con troppa facilità vengono messi in discussione».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 2 luglio 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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