ROMA – Il Parco Nazionale del Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo al confine con Rwanda e Uganda, “è una delle aree più biologicamente diversificate del pianeta e ospita i gorilla di montagna che sono a rischio estinzione.
Tre settimane fa, dodici guardie forestali del parco e il loro autista hanno tragicamente perso la vita per proteggere alcuni civili dall’attacco armato di una milizia.
Il futuro del Virunga è appeso a un filo poiché deve affrontare l’impatto sia di Ebola che di Covid 19 e ora anche questo recente attacco“.
A scriverlo sul proprio profilo Instagram è stato Leonardo DiCaprio che ha anche annunciato la creazione di un Fondo da due milioni di dollari insieme alla Earth Alliance, da lui cofondata, all’Emerson Collective, al Global Wildlife Conservation e all’ufficio di cooperazione EuropeAid. Tutti possono contribuire a sostenere il fondo, ha spiegato l’attore premio Oscar da sempre molto attivo nei confronti dei problemi legati all’ambiente.
Gli aiuti di Leonardo DiCaprio
Cofondatore della Earth Alliance, nel 2014 DiCaprio aveva anche co-prodotto un documentario per Netflix su Virunga. Entrato nel consiglio di amministrazione di parecchie organizzazioni ambientaliste, tra cui il World Wildlife Fund, con la Leonardo DiCaprio Foundation promuove decine di cause a favore della natura.
Dopo aver vinto l’Oscar per The revenant, nel 2016 ha partecipato al documentario Before The Flood – Punto di non ritorno, diretto da Fisher Stevens in tre anni di lavoro, discutendo con le più importanti personalità del pianeta sul cambiamento climatico che sta colpendo la Terra.
Insieme ad Apple, ha anche raccolto 12 milioni da destinare alle persone colpite dalla crisi causata da coronavirus.
Il più antico parco nazionale africano
Il Parco Nazionale dei Virunga è un’area naturale protetta e rappresenta il più antico parco nazionale africano.
Fondato nel 1925, è noto in tutto il mondo per la presenza dei gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) a cui la zoologa Dian Fossey ha dedicato la vita fino a morire il 26 dicembre del 1985 per mano dei bracconieri in Rwanda.
Da anni, guerra civile e bracconaggio continuano a minare un territorio enorme difeso strenuamente dai ranger.
Il parco è uno dei progetti di conservazione naturale più pericolosi al mondo: deve difendersi dai tentativi illegali di estrarre carbone, dal contrabbando e dalla bracconeria, oltre che dagli attacchi delle milizie.
Coronavirus, un pericolo per i gorilla
Al momento l’accesso a turisti, ambientalisti e studiosi al Parco nazionale dei Virunga nella Repubblica democratica del Congo è vietato fino al 1° giugno.
I gorilla condividono il 98% del loro Dna con l’uomo e sono inclini a malattie respiratorie che possono causarne la morte.
In base a studi pregressi, nel 98% delle visite non viene rispettata la distanza di sicurezza di sette metri tra l’uomo e l’animale: ad infrangerla nel 60% dei casi sono i turisti e nel 40% i gorilla.
“Una strage senza precedenti”
Il 24 aprile scorso circa sessanta uomini armati delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda, milizia ribelle Hutu, avevano attaccato un convoglio di civili che si stava spostando nel parco.
Delle 17 persone morte nel conflitto a fuoco, 12 erano guardie forestali.
Non è la prima volta che gruppi di miliziani armati organizzano incursioni nel parco, rimasto chiuso ai turisti, ambientalisti e studiosi per otto mesi nel 2018.
“È stata una giornata devastante per il Parco nazionale dei Virunga“, avevano commentato le autorità del Parco in un comunicato ufficiale.
“Senza l’impegno di questi uomini e di queste donne, Virunga non esisterebbe.
Siamo vicini alle famiglie di tutti i caduti e ringraziamo tutti per l’amore e la vicinanza che ci hanno dimostrato in questo periodo straziante“.
(Articolo di Katia Riccardi,pubblicato con questo titolo il 19 maggio 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)