Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Lega nazionale difesa del cane, LIPU, Salviamo l’Orso, Orso and friends e WWF Italia hanno inviato una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Ambiente per chiedere la parziale impugnativa della Legge della Regione Lazio n. 1 del 27 febbraio 2020 recante “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”.
Questa legge, all’art. 9, senza nessun collegamento con la portata della norma stessa, ha esteso la possibilità di accesso nell’area contigua laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise anche ai cacciatori non residenti, violando apertamente quanto stabilito dall’art. 32 della Legge quadro sulle aree naturali protette (Legge n. 394/1991) che, al comma 3, stabilisce che “all’interno delle aree contigue le regioni possono disciplinare l’esercizio della caccia… soltanto nella forma della caccia controllata, riservata ai soli residenti dei comuni dell’area naturale protetta e dell’area contigua…”.
La norma di cui si chiede l’impugnazione quindi estende l’accesso anche ai non residenti, con conseguente aumento della pressione venatoria (che potrebbe anche raddoppiare!) in un’area fondamentale per la tutela dell’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), sottospecie a rischio di estinzione di cui si calcola che rimangano poco più di 50 esemplari che vivono solo nell’area del Parco e nei territori limitrofi
(LAC Liguria, 18 aprile 2020).
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N.B. – Anche VAS con nota prot. n.2 Pres/2020 del 4 marzo 2020 ha chiesto al Governo di impugnare presso la Corte Costituzionale il 4° comma dell’art. 9 per palese violazione del 3° comma dell’art. 32 della legge n. 394 del 6 dicembre 1991
(vedi https://www.verdiambientesocieta.it/?p=89618)