La libertà ha la forma di un albero.
Anwen, 4 anni e il dorso che porta ancora i segni delle fiamme, si arrampica girando la testa, come se volesse salutare per l’ultima volta le persone che l’hanno curata per tutti questi mesi.
Anwen, dicono i responsabili del turismo australiano, è anche un simbolo, di ripartenza e speranza:
questa piccola koala femmina fu infatti la prima ad essere presa in cura al Port Macquaire Koala Hospital, a novembre 2019, dopo che scoppiarono gli incendi che misero a fuoco oltre 10 milioni di ettari nel Paese.
Aveva le zampe completamente bruciate e poche chance di sopravvivere quando fu trovata e trasportata immediatamente nell’unità di terapia intensiva del Koala Hospital.
Passo dopo passo i veterinari, senza mai perdere la speranza, hanno osservato i miglioramenti, anche se la femmina è rimasta in silenzio per mesi, ferma e mogia nel suo cestino.
Poi, curate le ferite, una lunga riabilitazione.
Ora, finalmente, Anwen ha recuperato completamente ed è stata rilasciata in natura, libera.
E’ stata riportata nel suo habitat originale, devastato dagli incendi, che ora però si sta lentamente riprendendo grazie alle piogge.
E’ la prima koala del Port Macquaire Koala Hospital, uno dei più importanti ospedali australiani per animali, ad essere rimessa in libertà.
Anwen è uno dei 26 koala che saranno rilasciati in questi giorni, dopo essere stati curati.
A liberare la femmina di quattro anni c’era anche Phillipa Harrison, manging directore del Tourism Australia, che ha spiegato come “mentre siamo tutti di fronte a tempi difficili e incerti, questa incredibile storia di speranza serve a ricordare la resilienza della nostra incredibile flora, fauna e popolazione” sperando che presto migliaia di viaggiatori possano tornare nel Paese, passata questa fase difficilissima legata alla pandemia.
In questi giorni saranno tre i gruppi di koala che ritorneranno nei loro habitat originali a Crowdy Bay – a Sud di Port Macquarie – e in due aree della riserva naturale del Lago Innes.
Tra questi, anche sette cuccioli.
In totale, solo al Koala Hospital, personale e volontari hanno salvato quasi cinquanta animali feriti nei roghi, mentre a Taree, Blue Mountains e Hawkesbury, hanno affrontato dei percorsi di riabilitazione.
Per Sue Ashton, presidente del Port Macquarie Koala Hospital, “è un giorno che ci scalda il cuore.
Essere in grado di rilasciare così tanti dei nostri koala nel loro habitat, in alcuni casi anche al ‘loro’ albero, ci rende molto felici.
Anwen è stata la nostra prima ricoverata durante gli incendi boschivi e la sua guarigione è stata straordinaria.
Segna un momento di orgoglio per l’Australia e ora finalmente possiamo osservare la nostra popolazione e l’habitat dei koala che iniziano a riprendersi da un periodo così devastante“.
Nei giorni scorsi nel Nuovo Galles del Sud un gruppo di koala era già stato rimesso in libertà nel parco nazionale Kanangra-Boyd, dopo un soggiorno di tre mesi a Sydney.
Ora, i responsabili dei vari centri nazionali sperano presto di poter riportare in natura i koala sopravvissuti alle fiamme che continuano ad aver bisogno di aiuto, soprattutto in questo momento complesso legato al Covid-19 e alla difficoltà del personale che li assiste a spostarsi da una struttura all’altra.
Il Koala Hospital di Port Macquarie al momento è chiuso ai visitatori, ma si possono ancora adottare a distanza i koala oppure, come nel Lone Pine Koala Sanctuary a Brisbane, seguirli attraverso le webcam.
E chissà, magari insieme a loro, sognare che un giorno tutti quanti torneranno ad abbracciare l’albero della libertà.
(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 2 aprile 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)