La Alta commissario dell’Onu per i diritti umani, la ex presidente del Cile Michelle Bachelet, ha detto che «le sanzioni di grande ampiezza devono essere rivalutate urgentissimamente nei Paesi che fanno fronte alla pandemia di coronavirus, a causa della loro incidenza potenzialmente negativa sul settore sanitario e sui diritti umani». Infatti, mentre un Paese da decenni sotto embargo come Cuba manda i suoi medici ad aiutare i Paesi in difficoltà come l’Italia, le sanzioni che sono sempre state volute dagli Usa stanno strozzando ulteriormente i popoli di alcuni Paesi che non possono essere lasciati morire di COVID-19 per punire i loro governi. Secondo la Bachelet, «tenuto conto dell’impatto esplosivo che questo avrà sul numero di decessi, la sofferenza e il contagio generalizzato, è essenziale evitare il crollo del sistema medico di ogni Paese. In questo periodo cruciale, sia per ragioni di salute pubblica mondiale che per sostenere i diritti e la vita di milioni persone in questi Paesi, le sanzioni settoriali devono essere abbassate o sospese. In questo contesto di pandemia mondiale, ostacolare gli sforzi medici in un Paese accresce i rischi per noi tutti. E’ necessario applicare delle deroghe vaste e pragmatiche per ragioni umanitarie a queste sanzioni e accordare delle autorizzazioni rapide e flessibili per ottenere le forniture e gli equipaggiamenti medici essenziali». L’Onu cita espressamente Iran, Cuba, Corea del nord, Venezuela e Zimbabwe ed evidenzia che «per esempio, in Iran, dove almeno 1.800 persone sono morte per la malattia di coronavirus COVID-19 (le cifre ufficiali iraniane ieri parlavano di 23.049 infetti e 1.812 morti, il portale Worldometer di 24.811 casi di contagio registrati e 1.934 decessi, ndr), dei rapporti sui diritti umani hanno a più riprese sottolineato l’impatto delle sanzioni settoriali sull’accesso ai medicinali e agli equipaggiamenti medici essenziali, in particolare i respiratori e le tute protettive […]