Oggi le notizie si danno urlando quasi fossero claim pubblicitari, perché quando vengono date, non devi avere il tempo di pensare, oppure sempre come se si stesse annunciando una catastrofe: Giovanna Bottero dalla Cina è il più classico degli esempi, ma era esagitata anche quando era corrispondente da New York.
Orbene, mentre facevo queste considerazioni che sono parte della mia formazione intellettuale da anni, mi sono chiesto: ma dove sono finiti i migranti?
E le ong nel mediterraneo, e la gente che dormiva sotto le stazioni, e l’ILVA di Taranto acquistata dal miliardario indiano e il pericolo dell’invasione degli extracomunitari e i fucili dietro le porte dei lombardo/padani, e alto italiani?
E la quota cento?
E il vitalizio dei parlamentari?
Che fine ha fatto questa realtà e chi la raccontava e che fino al 20 febbraio era la nostra unica realtà quotidiana e lo era perché buona parte dell’Italia era diventa razzista, o ci veniva raccontata come esser tale?
In venti giorni i media ci stanno raccontando un’altra realtà, ma quella di prima dove è finita?
Ora siamo tutti uniti intorno a Mameli?
Direte voi: ma Franco! c’è l’emergenza virus!
Già, vi rispondo io: c’è sempre un’emergenza in Italia: un ‘alluvione, un terremoto, un’invasione migranti.
E, ammettendo che ci sia, come c’è l’emergenza virus, mi chiedo: dove è finita quell’altra realtà che sembrava essere onnipresente nelle nostre vite fino al 20 febbraio scorso?
Mi chiedo: ma i migranti ci sono ancora?
Stanno continuando a sbarcare sulle nostre spiagge?
I centri di accoglienza esistono ancora o non ci sono più?
E le ong raccolgono ancora gente in mezzo al mare?
Nessuno più ci racconta niente di queste storie, tranne Lesbo e la Grecia, ma cosi, solo per darci qualche coordinata sul mondo, poi per tutto il resto è come se fossimo tornati all’anno zero o al “mille e non più mille”.
E allora – e non mi dilungo oltre – bisognerebbe veramente interrogarsi su come si fa informazione in questo paese e nel mondo, bisognerebbe veramente chiedersi perché ci vogliono tutti terrorizzati e poi fare veramente le proporzioni aritmetiche perché i numeri non sbagliano e sulla letalità del virus eminenti virologi hanno detto la loro, poi, come ho scritto in una chat di amici: possiamo morire tutti da un momento all’altro: di infarto, di cancro, di incidente, perché non siamo né onnipotenti, né immortali e perché la morte fa parte della vita.
(Articolo di Franco Cuomo, autore del libro “I media e la costruzione del reale”, Dedalo, Roma, 2006, libreria universitaria non più disponibile, nonché responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo il 21 marco 2020 sul blog “Cronache da Agharta”)