E’ sera. Oggi sono morti nel mondo più di 21 mila bambini al disotto dei cinque anni (7,9 milioni ogni anno). Fra le principali cause troviamo le malattie dovute alla mancanza di acqua potabile e di servizi igienici inadeguati, o per aver bevuto acqua non sana, inquinata. E’ da molti anni che l’urgenza sanitaria legata all’acqua è sotto gli occhi di tutti ma i gruppi dominanti, quelli che hanno il potere di decidere, non sembrano aver stimato essenziale ed urgente di prendere le misure per sanare la situazione. Certo, sembrano consapevoli, da quel che dicono, che il problema è grave e che, come prevede l’Onu, nel 2030 la disponibilità d’acqua buona per gli usi umani potrà essere inferiore del 40% ai bisogni del mondo. Eppure, danno l’impressione che aspettino che la penuria idrica raggiunga dei livelli ancor più drammatici, al limite dell’irreversibilità, per intervenire ma nel panico, ciascun «paese» per conto suo, nell’improvvisazione fallimentare. In realtà, della morte di bambini per mancanza d’acqua e dei servizi igienico sanitari ai gruppi sociali dominanti importa poco a parte le dichiarazioni retoriche di circostanza. Se importasse davvero, avrebbero risolto il problema da decenni. Stiamo vivendo una duplice opera di esproprio e di mistificazione della sicurezza idrica da parte dei tre «poteri mondiali» che hanno colonizzato la vita della Terra specie negli ultimi 70 anni. Mi riferisco, anzitutto al potere globale dei gruppi e delle istituzioni che decidono in nome dei principi della società capitalista. Cosi, oggi appare del tutto normale che i più grandi profittatori, consumatori e predatori dell’acqua nel mondo, quali Nestlé, CocaCola, PepsiCola, Danone, Unilever, Buitoni, Syngenta, Bayer, Monsanto, Bouygues, Suez, Veolia, Seven Trent, Agua de Barcelona, Amazon, Microsoft, Apple, Facebook, Google, Total, Shell, Exxon, Rio Tinto, Glencore, General Electric, Boeing, CityCorp, BNP, e chi più ne ha più ne […]