Coronavirus, Sos del Safari Park di Pombia: “Manca cibo per gli animali”

 

Manca cibo e assistenza per gli animali.

A lanciare l’allarme legato all’emergenza coronavirus è il Safari Park di Pombia, in provincia di Novara, un grande parco zoologico che ospita oltre 600 animali: “I nostri animali necessitano di assistenza, derrate alimentari, farmaci ed integratori per decine di migliaia di euro e l’interruzione così brusca delle attività sta mettendo a dura prova finanze e relative forniture“.

Fondato nel 1976, e poi rilanciato con una più moderna impostazione nel 1999, il parco di estende per oltre 400.000 metri quadrati sulle colline tra il Ticino e il Lago Maggiore.

A fine febbraio il parco avrebbe dovuto aprire i battenti per la nuova stagione primaverile-estiva, ma l’esplosione dell’epidemia di Covid-19 ha bloccato ogni attività, azzerando gli introiti.

Ed ora emerge il grave problema degli approvvigionamenti di cibo per gli animali.

Chiediamo – dicono alla direzione del Safari Park – sostegno attivo ai centri commerciali, supermercati, negozi di alimentari frutta e verdura, panifici, alle aziende produttrici o agricole nel poterci donare quanto per loro superfluo o non più idoneo alla vendita“.

I gestori del parco lanciano anche un altro appello: “Non richiediamo donazioni, ma semplicemente l’acquisto di un biglietto di ingresso a data aperta sul nostro shop online sul sito Safaripark.it.

Il biglietto lo si potrà poi utilizzare per tutta la stagione non appena la situazione di emergenza sarà rientrata.

E’ possibile anche donarlo come regalo per un evento o celebrazione.

Questo piccolo gesto ci permetterà di potere sostenere i servizi essenziali e non dovere ricorrere a drastiche e più drammatiche decisioni“.

L’equilibrio di un Parco Zoologico – concludono i titolari –  non è cosa così semplice, anche se dovessero intervenire sostegni governativi, sarebbe forse troppo tardi“.

Il parco di Pombia rappresenta una eccellenza del settore: da diversi anni ha stipulato un accordo di collaborazione con la facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Torino sui progetti di ricerca che riguardano la patologia e il benessere degli animali allevati e sulla conservazione di alcune specie a rischio d’estinzione.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 15 marzo 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

 

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