Il movimento Fridays for future, che ha il grande merito di aver innalzato l’attenzione del mondo sulla crisi climatica in corso, grazie ai milioni di ragazzi scesi in piazza a protestare, è stato ricevuto ieri in audizione per la prima volta alla Camera dei deputati: la commissione Ambiente ha audito i portavoce del movimento a proposito di alcune correzioni e integrazioni alla legislazione relativa alle limitazioni dell’emissioni inquinanti legate agli impianti di combustione medi.
Una discussione tecnica che ha però dato occasione a Marianna Panzarino (25 anni, studentessa e attivista romana) e Giovanni Mori (28 anni, ingegnere energetico e attivista bresciano) di portare all’attenzione dei deputati presenti l’enormità della questione climatica che il nostro paese si trova ad affrontare.
«Riteniamo assolutamente marginale il lavoro su questi atti – afferma Panzarino per il Fridays for future – se al contempo il Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima) contiene ancora ingenti finanziamenti al gas fossile, non riporta informazioni chiare sulla conversione energetica e prevede obiettivi imbarazzanti, come la riduzione del 37% delle emissioni entro il 2030, quando lo stesso Green new deal europeo, a sua volta insufficiente per rimanere entro l’aumento di 1.5°C, ne prevede il 55%».
La nuova Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen chiede infatti un taglio delle emissioni continentali tra il 50 e il 55% al 2030 rispetto al 1990, mentre l’Europarlamento ha approvato pochi giorni fa la richiesta di concentrare gli sforzi sul 55%.
Gli sforzi italiani previsti nel Pniec si limitano invece a supportare l’obiettivo previsto dalla normativa per ora vigente (-40%), senza alcuno slancio d’ambizione.
«Abbiate il coraggio di guardare in faccia la realtà – conclude Mori per il movimento Fff italiano – e di dire che qualcuno ha molta più responsabilità di altri per tutto il tempo che abbiamo buttato finora.
Non anni, ma decenni!.
C’è un elefante nella stanza, onorevoli deputati, e sta per sedersi su tutti noi».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 6 febbraio 2020 sul sito online “greenreport.it”)