Spagna e Austria: due nuovi governi nel segno dell’ambiente

 

Dopo il crollo per corruzione del governo di coalizione tra i democristiani dell’Österreichische Volkspartei (ÖVP) e la destra sovranista del Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ), i due vincitori delle elezioni anticipate, il cancelliere Sebastian Kurz (ÖVP) e i Die Grünen  (Verdi), hanno firmato un accordo di programma che prevede la conferma di Kurz a premier e la nomina del verde Werner Kogler a vicecancelliere, con 10 ministri ÖVP e 4 Grünen e 9 ministri donne, compreso il segretario di Stato, su 17 componenti del governo.

Quindi il nuovo governo turchese-verde sarà il più rosa nella storia dell’Austria.

L’entrata del verdi al governo ha portato Kurz ad accettare un programma di 300 pagine che anticipa l’European Green Deal e che sembra fantascienza rispetto alla prudentissima finanziaria italiana: entro il 2030 tutta l’energia elettrica austriaca sarà prodotta con energie rinnovabili e che «l’Austria può raggiungere la carbon neutrality entro il 2040 al più tardi e diventare un pioniere in Europa per la protezione dell’ambiente».

L’accordo di governo prevede anche il graduale aumento delle tasse sui voli aerei per favorire gli spostamenti in treno e la revisione delle direttive Ue sui trasporti, per aumentare il pedaggio dei Tir e introdurre una eco-tassa nelle zone più critiche – compreso il Brennero – arrivando anche a proibire il transito di camion stranieri.

Inoltre c’è l’impegno a lavorare a una carbon tax.

I verdi sono d’accordo con l’ ÖVP per sgravi fiscali per i redditi più bassi ma hanno dovuto cedere sul divieto di indossare a scuola il velo islamico per le bambine fino a 14 anni e sulla possibilità di arrestare immigrati considerati pericolosi anche senza che abbiano commesso un qualsiasi reato, un rospo molto difficile da inghiottire per il congresso straordinario dei Die Grünen  che domani dovrebbe – e con tutta probabilità lo farà – ratificare l’accordo di governo turchese-verde.

Commentando l’accordo, Kogler ha spiegato: «Abbiamo sempre sottolineato che avremmo chiuso negoziato il prima possibile. E per tutto il tempo necessario. 

Nei giorni prima e dopo Natale, abbiamo realizzato una svolta in alcune aree chiave: protezione dell’ambiente e del clima, trasparenza, controllo e libertà di informazione e sicurezza sociale. 

Abbiamo lottato per mesi su questo con l’ÖVP per arrivare a questo accordo governativo e ora è il turno dei Grünen Gremien.

Presenteremo il risultato dei negoziati al nostro congresso federale il 4 gennaio e presenteremo i possibili membri verdi del governo. 

I nostri delegati hanno l’opportunità di discutere di questo accordo e quindi di votare sulla prima partecipazione dei Grünen a un governo federale.

Vorrei ringraziare sinceramente tutti coloro che hanno condiviso questo percorso con noi. 

Molte cose non sarebbero state possibili senza questo sforzo comune».

Un’intesa all’insegna del pragmatismo, segnata da un ruolo predominante dell’ÖVP che tranquillizza il suo elettorato conservatore con misure sicuritarie e sull’immigrazione ad effetto e che lascia ai Grünen, dichiaratamente di sinistra, margine d’azione in campo ambientale, delle infrastrutture e sociale.

Kurz ha commentato:.«Siamo riusciti a unire il meglio dei due mondi, è possibile proteggere sia il clima che le frontiere» e l’accordo austriaco potrebbe essere un modello per un possibile accordo tra democristiani CDU-CSU e Verdi anche in Germania dopo le prossime elezioni.

Anche l’accordo per formare un governo di sinistra in spagna firmato dal Partido Socialista Obrero Español (PSOE) e da Unidas Podemos – che per nascere tra il 5 e il 7 gennaio potrà contare sull’astensione dei 13 deputati catalani indipendentisti di Esquerra Republicana (ERC) grazie all’accordo raggiunto con PSOE e Podemos su una Mesa de Diálogo, Negociación y Acuerdo tra il governo spagnolo e quello della Generalitat de Catalunya – ha messo fortemente l’accento sull’ambiente, sia per accogliere le richieste di Podemos sia per ottenere l’astensione di ERC che ha un programma fortemente ambientalista.

Il terzo punto dell’accordo prevede: «Lotta contro il cambiamento climatico: la transizione ecologica giusta, la protezione della nostra biodiversità e la garanzia di un trattamento dignitoso per gli animali».

il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, ha detto: «Abbiamo raggiunto un accordo storico che inaugura una nuova tappa per il nostro Paese.

Presentiamo un programma di governo per difendere e ampliare i diritti sociali e i servizi pubblici, fare politiche femministe e salvaguardare l’ambiente.

Le politiche che avvieremo saranno un riferimento di modernità in Europa e nel Mondo».

L’accordo prevede anche l’abolizione degli aspetti peggiori della legge sul lavoro approvata dal Partido Popular, così come della riforma fiscale e della legge sulla sicurezza cittadina, chiamata ley mordaza.

Iglesias ha aggiunto: «Ho sempre creduto che in politica non basta esserci, bisogna agire per progredire dove è possibile, qui e ora.

Questo programma rappresenta la nostra volontà congiunta, del Partido Socialista e di Unidas Podemos, quella di essere non solo governo, ma di fare il governo».

Il segretario generale del PSOE e premier uscente e in cerca di riconferma, Pedro Sánchez, e Iglesias, il 30 gennaio hanno firmato un accordo di coalizione progressista di legislatura.

Sánchez ha spiegato che sarà «una coalizione progressista che articola la sua azione di governo intorno a un programma progressista.

Una coalición progresista, in definitiva, perché la Spagna vada avanti.

Avanzare nella direzione segnata da una maggioranza che ci chiede di agire – come ha detto bene prima Pablo – in difesa degli interessi sociali e contro la disuguaglianza che è, senza alcun dubbio, la principale sfida che abbiamo come società; avanzare nella conquista di nuovi diritti e nuove libertà, non dobbiamo solo consolidare quel che abbiamo, ma dobbiamo continuare a progredire, avanzare verso nuove sfide che devono essere sfide e opportunità, e non sfide che possono diventare un freno al progresso delle nostre società, come, ad esempio, la digitalizzazione e il cambiamento climatico, questioni in cui siamo entrambi le formazioni politiche sono impegnate; promuovere la coesione territoriale dal dialogo, dall’accordo e dalla comprensione tra i diversi.

Il progresso, in breve, è l’opposto del blocco e della paralisi.

In breve, far avanzare e progredire la Spagna.

Progredire tutti, tutti, insieme, senza lasciare indietro nessuno».

Sánchez ha aggiunto che è il programma di una coalizione progressista, per un Paese che «deve affrontare le grandi trasformazioni che abbiamo davanti a noi e che sono spiegate nel documento che abbiamo firmato: consolidare il modello produttivo basato sulla digitalizzazione della nostra economia; lottare per la creazione di posti di lavoro e perché questo lavoro sia anche dignitoso; questo ci consente anche di mantenere pensioni decenti per i nostri pensionati; una transizione ecologica che deve essere giusta per combattere gli effetti cambiamenti climatici con la mitigazione e l’adattamento; una vera uguaglianza tra uomini e donne e, in definitiva, progredire nella giustizia sociale».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 3 gennaio 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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