Con 312 voti favorevoli, 153 contrari e 2 astenuti il Governo ha incassato stanotte la fiducia della Camera sulla legge di Bilancio, approvata così in via definitiva – senza variazioni sostanziali – dopo l’ok arrivato al Senato la settimana scorsa. Il risultato è una manovra impiccata ancora una volta alla neutralizzazione dell’aumento Iva (che assorbe 23,1 miliardi di euro su circa 32 complessivi), che introduce alcune misure utili dal punto di vista sociale – taglio del cuneo fiscale da 3 miliardi di euro nel 2020 e 5 nel 2021, 2 miliardi e mezzo per gli asili nido, l’abolizione del superticket sanitario –, ma riduce al lumicino le ambizioni sul Green new deal annunciate all’insediamento del Governo Conte bis. «Doveva essere la manovra del Green new deal, quella che avrebbe messo al centro l’ambiente, ma l’Esecutivo – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è ancora lontano dall’obiettivo come dimostra la (mancata, ndr) cancellazione dei sussidi alle fonti fossili. La legge di Bilancio approvata oggi ancora una volta rappresenta un’occasione mancata per il nostro Paese di fare davvero la differenza». Effettivamente, negli ultimi mesi l’annunciato Green new deal nazionale è stato caratterizzato più dai passi indietro che da quelli in avanti. Ad esempio nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) approvata ad ottobre era previsto tra i collegati alla decisione di bilancio un disegno di legge Green new deal e per la transizione ecologica del Paese, di cui si è perso traccia; si preannunciava inoltre che «nella prossima legge di Bilancio saranno introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di 50 miliardi su un orizzonte di 15 anni». Il risultato della promessa si può leggere all’art. 1, comma 85, della legge appena approvata: come dettagliano dalla Camera è nato un «fondo da ripartire con dotazione […]