Un anno fa, tra il 28 e il 29 ottobre, la violenta tempesta Vaia colpì una superficie di circa 40.000 ettari, nei territori della Lombardia, del Veneto, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, abbattendo come spighe di grano dai 13 ai 20 milioni di alberi. Tra loro gli abeti rossi i cui legni risuonano nelle note dei violini Stradivari. O i boschi immortalati dalle pagine dello scrittore Mario Rigoni Stern. A un anno di distanza, fanno sapere le autorità locali, quasi il 90% degli alberi schiantati a terra è stato bonificato. Inizia adesso una nuova fase, quella del rimboschimento. Tra i progetti in campo c’è n’è uno innovativo: utilizzare alberi esotici per rendere il bosco più vigoroso di prima. Alberi come la douglasia, una specie di abete originaria delle coste occidentali di Canada e Stati Uniti. “Considero molto interessante l’idea di piantare specie esotiche in zone circoscritte, ad esempio di qualche decina di ettari, e comunque al di fuori di qualsiasi area protetta o destinata alla conservazione della biodiversità. La douglasia, ad esempio, è già stata sperimentata nella foresta nera in Germania con risultati molto positivi”, afferma a IlFattoquotidiano.it Giorgio Vacchiano, ricercatore di gestione forestale all’Università Statale di Milano. Questa specie ha alcune caratteristiche che la rendono molto utile nei territori italiani colpiti dalla tempesta Vaia. “Pur essendo una specie esotica, infatti, non è invasiva e non colonizza in modo prepotente i nuovi territori”, spiega l’esperto. “Inoltre, l’utilizzo sperimentale della douglasia rispetto ad altre conifere può rendere i boschi della Val di Fiemme più resistenti alla siccità. Il cui rischio, a causa dei cambiamenti climatici, nei prossimi decenni sarà sempre più alto”, precisa Vacchiano. Una decisione finale su come intervenire per fare rinascere i boschi distrutti non è ancora stata presa. Ma sicuramente, fa notare lo studioso, “bisognerà utilizzare strategie diverse da zona a zona, combinandole insieme. […]