Con una lettera partita il primo ottobre, la Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il ministero per gli affari regionali e su proposta del ministero dell’ambiente, ha diffidato (in allegato) la Regione Lombardia perché ritiri la delibera che autorizza la cattura con le reti di 12.700 piccoli uccelli selvatici per cederli ai cacciatori ai fini di richiamo vivo per la caccia. Una pratica vietata dalla direttiva Uccelli e dalla legge italiana, che è già valsa all’Italia e a varie sue regioni l’apertura di una procedura di infrazione. Entro 15 giorni la Regione dovrà annullare la delibera. Il Consigliere regionale del M5S Lombardia Simone Verni, ha sottolineato che «la Lega non deve interpretare le leggi, deve rispettarle e se non ne sono capaci ci pensiamo noi. Ringrazio la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Ambiente per il celere operato e il deputato Cristian Romaniello per aver seguito con impegno la vicenda. I cittadini sappiano che se Regione Lombardia non ritirerà la delibera in autotutela, entro il 15 ottobre, potrà farlo d’imperio la Presidenza del Consiglio per evitare un’infrazione miliardaria che colpirebbe tutti gli italiani». In un comunicato congiunto, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia sottolineano: «Dopo la sospensione della delibera ad opera dal Tar per motivi gravi e urgenti – dichiarano– ecco che arriva l’opportuna quanto inevitabile diffida del Governo. La Lombardia, ben sapendo di realizzare un’infrazione, ha inteso comunque andare avanti, con un atto che è evidentemente e interamente illegittimo, come anche il Governo gli ricorda. Ora alla Regione non resta che porre fine alla breve esistenza di questa delibera e, con l’occasione, dire addio per sempre alle catture di richiami vivi, pratica desueta, violenta e vietata dalle norme. Se questo non accadesse, e se anche un solo uccello dovesse essere catturato, chiederemo la riapertura immediata della procedura di […]