CHISSA’ se quello strano cestino, in pieno centro a Milano, riuscirà a sensibilizzare davvero i passanti sul problema della plastica. Intanto lui, il Seabin si fa notare mentre lavora: risucchia bottigliette, confezioni, mozziconi e rifiuti che passano nella Darsena. E’ uno dei tanti “cestini”, inventati da due surfisti, posizionati in Italia nei porti e negli specchi d’acqua dove si accumula la plastica, grazie a una collaborazione fra LifeGate e Whirlpool. A Milano è stato posizionato e attivato durante la “green week” con una iniziativa intitolata il “Mare inizia in Città“. Titolo che ha senso se si parla di plastica: la maggior parte di questo materiale, capace di durare secoli in ambiente prima di degradarsi, arriva nei nostri oceani (anche 13 milioni di tonnellate l’anno) passando dai fiumi, in particolare i dieci fiumi più inquinati al mondo. Ma se in quegli enormi corsi d’acqua il Seabin lavorerebbe a fatica, in spazi chiusi come i porti, i moli, i circoli nautici o la Darsena di Milano, proprio lì davanti alla Associazione nazionale marinai d’Italia, agisce con più efficacia: cattura decine di plastiche al minuto lavorando 24 ore su 24. Quello milanese, in particolare, è un unicum: è il primo a essere stato posizionato non sul mare o sul lago, ma in uno specchio d’acqua urbano. Finora, in meno di un anno, i 13 dispositivi istallati da LifeGate e Whirlpool in Italia hanno già raccolto 1500 chilogrammi di plastica e microplastiche, materiale che verrà in parte – quando possibile – riciclato e recuperato. Per Raffaele Cattaneo, assessore della Lombardia all’Ambiente, presente all’accensione del cestino “grazie a iniziative che uniscono l’impegno di pubblico e privato possiamo fare molto per aiutare l’ambiente e sensibilizzare sull’inquinamento da plastica”. Ad oggi in Italia si contano “Seabin” – che possono ripulire il mare anche di 1,5 chilogrammi di rifiuti ogni […]