L’antichità si prende la sua rivincita sulla modernità.
La canna fumaria d’acciaio di quello che doveva essere il futuro McDonald’s, così scintillante da stonare con il vicino Panteon, non prenderà il posto del vecchio comignolo.
Il soprintendente speciale di Roma Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ad interim, Daniela Porro, ha infatti annullato, in autotutela, il parere del precedente soprintendente che aveva autorizzato la sostituzione di una canna fumaria sul tetto di uno stabile, in piazza della Rotonda, angolo Salita De’ Crescenzi, di fronte al Pantheon.
Dopo i blitz dei vigili urbani che avevano obbligato la multinazionale a rimuovere la canna fumaria, dopo lo stop del Municipio Centro Storico al trasferimento della licenza comprata dalla società, arriva una nuova tegola sull’apertura del fast food che, senza la canna fumaria, non potrebbe aprire perché impossibilitato a smaltire i fumi della cucina.
La vicenda della canna fumaria in acciaio, comparsa da qualche tempo sul tetto di un palazzo storico a pochi metri dalla Rotonda, era già da settimane al centro delle polemiche perché al piano terra dell’edificio, nei locali prima occupati da una banca, avrebbe dovuto aprire appunto un McDonald’s.
A denunciare la comparsa della canna fumaria in acciaio era stato un privato cittadino e il caso era stato rilanciato dalla stampa, sottolineando come il nuovo comignolo impattasse lo skyline della cupola di sant’Ivo alla Sapienza del Borromini.
Nel documento emesso dalla soprintendente ad interim Daniela Porro, che fa seguito a un atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio diretta da Federica Galloni, si chiede alla proprietà dello stabile di far pervenire, entro 30 giorni, la documentazione attestante la liceità della canna fumaria.
Tempi duri dunque, almeno a Roma, per McDonald’s: un mese fa sempre il Mibac era intervenuto per annullare, in autotutela, la procedura autorizzativa per la costruzione di un fast food all’interno dell’area archeologica delle Terme di Caracalla.
Il fast food doveva aprire in via Baccelli, la strada che costeggia le Terme, all’interno dei 35 mila metri quadri attualmente occupati da uno storico vivaio.
Intanto il Codacons, che esprime soddisfazione per il provvedimento del Mibac, chiede “sanzioni verso i funzionari che in prima battuta avevano autorizzato la canna fumaria in questione senza accorgersi del danno prodotto ad una delle aree più belle e importanti di Roma“.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 2 settembre 2019 sul sito online di “RAI News”)