Giovedì 19 settembre il Parlamento europeo ha approvato, con 535 voti a favore, una risoluzione intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, un documento presentato congiuntamente da membri dei principali gruppi per commemorare l’anniversario degli 80 anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, ma che è diventato il pretesto per l’ennesimo scontro interno alla sinistra italiana. L’oggetto del contendere si troverebbe in alcuni passaggi del testo finale votato in aula a Strasburgo, considerati piuttosto critici nei confronti dell’ideologia comunista e dei suoi simboli, che nel documento vengono di fatto equiparati all’ideologia e ai simboli del nazismo. L’aspetto più sottolineato della questione riguarda però il fronte favorevole alla proposta, una maggioranza trasversale che sul versante italiano annovera Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ma anche 13 deputati del Partito democratico (erano 14, prima che Pietro Bartolo cambiasse il suo voto, scusandosi con i suoi elettori), erede diretto di un’esperienza politica conosciuta fino al 1991 come Partito comunista italiano. Come nasce la risoluzione La formula definitiva del testo è il punto di caduta di quattro diverse proposte di risoluzione, presentate rispettivamente da Ppe, S&D, Renew ed Ecr, grossomodo il centrodestra, il centrosinistra, i liberali e i sovranisti europei. Delle quattro alternative originali, la più dura (ma anche quella con minori possibilità di essere approvata) era naturalmente quella presentata da Ecr, redatta da esponenti dell’Europa centrale, ultima area del continente a sperimentare una dittatura comunista. In questa versione del testo, la maggior parte dei punti erano dedicati alla condanna del comunismo, citando frettolosamente e con la stessa enfasi Olocausto, gulag, deportazioni sovietiche dai paesi baltici e carestia ucraina, ma soprattutto sottolineando “un’urgente necessità di sensibilizzare e di effettuare valutazioni morali e giuridiche dei crimini delle dittature comuniste”, come già accaduto con quelli nazisti, “giudicati e puniti attraverso i processi di Norimberga”. La proposta arrivata dal lato opposto dell’emiciclo porta invece le firme dell’olandese Kati Piri e della […]