Quello di Parigi è un accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima, che punta a contenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’impegno a fare sforzi per limitare l’aumento entro 1,5°C. Si tratta di obiettivi ambiziosi, che richiedono a ogni Paese firmatario, Italia inclusa, di compiere nei prossimi decenni rapide azioni per la riduzione delle emissioni di CO2. Questo è l’Accordo di Parigi, ed è quanto ricordano a gran voce migliaia di scienziati e di manifestanti nel mondo, lamentando l’esiguità delle azioni finora intraprese dai governi, e chiedendo loro un maggiore impegno nell’affrontare la questione climatica. Oltre al tema centrale della rapida riduzione delle emissioni climalteranti, gli obiettivi includono il rafforzamento della resilienza agli impatti del cambiamento climatico, e il crescente sostegno ai Paesi in via di sviluppo. L’urgenza e le dimensioni di questi obiettivi sono senza precedenti. Notevole è anche il ventaglio degli attori espressamente invitati a contribuire: città, enti territoriali, società civile, e settore privato. Vediamo i principali obiettivi a uno a uno, e cosa dobbiamo fare per raggiungerli. Il primo obiettivo dell’Accordo di Parigi è “smettere di darci la zappa sui piedi”. Per la riduzione delle emissioni, ai Paesi che aderiscono all’Accordo è richiesto di presentare impegni nazionali volontari di riduzione delle emissioni (NDC, Nationally Determined Contributions), da aggiornare su base quinquennale, rendendoli ogni volta più ambiziosi. Una sfida, questa, che è stata accolta dall’Unione Europea e dal Parlamento italiano nel 2016, con la ratifica dell’accordo internazionale. Ma gli impegni attuali non sono in linea con l’ambizioso obiettivo dell’Accordo, e gli atti concreti lo sono ancor meno. Secondo il gruppo Energia per l’Italia, il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec) proposto dal nostro governo su richiesta dell’Unione Europea è un piano “da bocciare”. È un giudizio a dir poco falciante, quello espresso dal gruppo […]