Rischio idrogeologico, alluvioni e incendi: il Campidoglio approva il nuovo piano della Protezione Civile

 

Otto fascicoli, millecinquecento pagine e duecentosettantatre elaborati grafici.

Sono questi i numeri del nuovo Piano  Generale di Protezione Civile approvato, il 16 aprile, dall’Aula Giulio Cesare

L’iter autorizzativo, avviato dal via libera rilasciato dalla  Giunta lo scorso gennaio, è stato finalmente completato. 

Il cambiamento climatico

Il nuovo Piano Generale di Protezione Civile risulta completamente rinnovato rispetto al precedente, risalente al 2008.

Tiene infatti in considerazioni le trasformazioni urbanistiche intervenute nell’ultimo decennio, ma soprattutto non tralascia di considerare gli effetti causati dal cambiamento climatico.

La Capitale infatti, come il resto del paese, è sempre più spesso vittima di piogge intense, a carattere tropicale, che si alternano ad estati torridi, con picchi di caldo estremo.

Situazioni che, oltre a cagionare disagi, producono anche potenziali pericoli.

Gli scenari di rischio

In otto fascicoli vengono sviluppati quelli che sono i comportamenti da mettere in campo per prevenire o per affrontare i vari scenari di rischio, da quello idrogeologico agli incendi boschivi, dalle nevicate al rischio sismico.

Contestualmente vengono indicate anche le elementari condotte di autotutela, che i cittadini sono invitati ad osservare. Si punta molto sull’informazione.

Il Piano infatti prevede l’utilizzo di canali social e del sito di Roma Capitale.

Ma anche di approfondimenti sull’utilizzo di app per smartphone, uno strumento utile a diffondere con rapidità i messaggi.

La logistica: individuate 750 aree 

A livello logistico invece il nuovo piano, Dipartimento Sicurezza e Protezione Civile di Roma Capitale diretto dal dott. Diego Porta, ha selezionato settecentocinquanta aree nel territorio capitolino.

Nei parcheggi periferici sono stati individuate 66 aree di ammassamento; 113 sono invece le palestre e le scuole, destinate al ricovero della popolazione, mentre saranno 48 quelle che si prestano all’allestimento di eventuali tendopoli. 

Le zone di prossimità a basso rischio che il piano ha individuato nel territorio capitolino, sono invece 451: in caso di calamità, si prestano ad essere utilizzate come aree di attesa.

273 elaborati cartografici

La sindaca, nel commentare il Piano, aveva dichiarato che “è importante essere pronti, coordinati e con una popolazione consapevole del rischio“.

Al riguardo, al fine di conoscere le condizioni in cui versa il territorio, sono senz’altro utili anche le 273 cartografie che sono state elaborate.

Si tratta di mappe che evidenziano, in modo dettagliato, i possibili rischi presenti sul territorio romano.

Uno strumento utile che consente di pianificare in maniera efficace la gestione delle eventuali emergenze.

(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 17 Aprile 2019 su “Roma Today”)

 

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