A sedici anni, quando in soli otto mesi la tua vita cambia radicalmente, devi fare delle scelte. Per te stessa, per gli altri. A Greta Thunberg all’improvviso si è allargato il mondo, perché “ci sono persone come i giovani italiani di FridaysForFuture – dice lei a Repubblica – che stanno facendo qualcosa di incredibile. Stanno portando speranza al mondo“. Il suo futuro è sostenerli. Nemmeno un anno fa – come racconta lei stessa in “La nostra casa è in fiamme”, libro in edicola da oggi con il quotidiano – era accovacciata a piangere nella sua casa svedese. Il mutismo, le difficoltà a mangiare, le giornate passate in clinica per la sua sindrome di Asperger. Scaricava il senso di impotenza nel non riuscire a salvare il Pianeta rispondendo ai commenti degli scettici sul surriscaldamento globale: replicava a tutti, pungente, con emoticon e dati scientifici. Tranne che per la sua famiglia, era sola in quella battaglia. Adesso non lo è più: al suo fianco ci sono 1,5 milioni di studenti e lei ha scelto il suo percorso. Sarà la bandiera del movimento che ha innescato, dove non si accettano soldi ma si ha un’idea comune: stimolare i politici ad agire. “Subito – ricorda – perché non esiste un Pianeta B“. E così, prima di quel Cop25 previsto a fine anno, nel 2019 continuerà a studiare e viaggiare – sempre in treno – per portare il suo messaggio altrove. La data che ha cambiato il suo destino è il 20 agosto del 2018. Quando per la prima volta protestò da sola contro l’inerzia dei politici verso il global warming, aveva qualche centinaio di follower. Ne contava meno di sua madre Malena Ernman, cantante d’opera, già famosa in Svezia: oggi, scrive Greta sul suo profilo Instagram, è seguita da un milione di persone. Discorso dopo […]