Pedalare non è reato: i ciclisti non si fermano

 

Pedalare non è reato e noi non ci fermiamo”, è lo slogan scelto dai ciclisti di tutta Italia che oggi si mobilitano e scendono in piazza, «a una settimana esatta dagli inaccettabili fatti di Torino che hanno visto una sproporzionata azione della polizia  (in assetto anti sommossa) ai danni dei partecipanti a una “critical mass”».

Promuovono e/o aderiscono tra gli altri Bike Pride Bologna; Bike Pride Fiab Torino; Bikeitalia.it; Ciclica; Consulta della Bicicletta di Bologna; Fiab Ciclobby Milano; Fiab Firenze Ciclabile; Fiab Napoli Cicloverdi; Fiab Roma BiciLiberaTutti; Fiab Roma Ruotalibera; FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta; Genitori Antismog; L’Altra Babele; Legambici-Legambiente per la ciclabilità; MassaCritica Genova; Milano Bicycle Coalition;  Mongolfiera; Kindi; Salvaiciclisti Bologna, Salvaiciclisti Roma.

La Fiab – Federazione Italiana Amici della Bicicletta aderisce ai presidi e spiega che «cittadini comuni sulle due ruote e decine di gruppi e associazioni attive nella promozione della bicicletta e per la tutela dell’ambiente, si sono dati appuntamento per le ore 19.00 in tutte le principali città per rivendicare, in contemporanea, il diritto di tutti all’uso del suolo pubblico, troppo spesso occupato e talvolta usurpato dai veicoli privati a motore, e una maggiore sicurezza per l’utenza vulnerabile della strada, ovvero ciclisti e pedoni. »

Una mobilitazione spontanea, bella, coesa e in bicicletta, mezzo democratico per eccellenza che si pone come strumento di dialogo.

Gli appuntamenti sono a Milano in Piazza Castello; a Roma  in Piazza della Chiesa Nuova, a Torino in Piazza Palazzo di Città ;  a Genova  in Piazza De Ferraris; a Bologna in Piazza Maggiore; a Firenze in Piazza Santissima Annunziata; a Napoli in Piazza del Plebiscito.

Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab, che sarà presente al presidio di Milano, conclude: «Come ho già dichiarato all’indomani dai fatti del 21 marzo di Torino stiamo vivendo un momento molto difficile, in cui il tema della sicurezza sta prendendo il sopravvento su qualsiasi altra questione.

Ci preoccupa moltissimo questa gestione dell’ordine pubblico che, anche in virtù di quanto introdotto dal Decreto Salvini sulla Sicurezza, sembra non fare distinzione tra ciò che realmente può rappresentare un pericolo e quello che è, semmai, una situazione da tenere sotto controllo.

Se dovesse passare l’idea che andare in giro in bici in città comporta dei rischi non solo a causa della velocità delle automobili, delle continue distrazioni di chi le guida, della sosta in seconda fila, ma anche perché i ciclisti vengono considerati pericolosi per l’ordine pubblico, rischieremmo di creare un clima inaccettabile e pericoloso.

Il risultato può essere non solo l’allontanamento delle persone da questo genere di eventi ma un abbandono della bicicletta anche per gli spostamenti urbani».

 

(Articolo pubblcato con questo titolo il 28 marzo 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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