Oggi è la Giornata Internazionale delle Foreste e la Fao ha annunciato due nuove iniziative di educazione forestale – finanziate dalla Germania con oltre 2 milioni di dollari – per sensibilizzare bambini e giovani sull’uso e sulla conservazione sostenibile delle foreste e per aiutare ad aumentare la comprensione tra l’opinione pubblica dell’importanza delle foreste.
Le foreste coprono il 31% delle terre emerse del pianeta, costituiscono l’habitat per il 75% della biodiversità terrestre e, in varie forme e particolarmente grazie al processo della fotosintesi clorofilliana, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico.
La Fao dal 1948 elabora assessment sullo stato delle foreste (i “Global Forest Resources Assessment” vengono pubblicati ogni 5 anni, il prossimo è previsto per il 2020 mentre ogni anno viene pubblicato lo “State of the World’s Forests”) e secondo i suoi dati più recenti risulta che le foreste pluviali producono oltre il 40% dell’ossigeno terrestre e la deforestazione è una delle principali cause del riscaldamento globale, poiché produce dal 12 al 20% delle emissioni di gas serra.
Oggi la superficie forestale globale è estesa meno di 4 miliardi di ettari: il 93% è foresta naturale, mentre la superficie di foresta piantata rappresenta il 7%.
Nel periodo fra il 1990 e 2015, la superficie di foreste è diminuita di 129 milioni di ettari, un’area che equivale quasi all’intero Sudafrica.
La perdita netta annuale media nel periodo 2010-2015, invece, è stata di 3,3 milioni di ettari e la maggior parte riguarda le foreste naturali.
Il tema della Giornata Internazionale delle Foreste di quest’anno è proprio “Foreste e istruzione” e il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ha sottolineato che «l’istruzione è un passo fondamentale al fine di salvaguardare le risorse naturali per le generazioni future.
È essenziale che i bambini imparino a conoscere le foreste già in tenera età.
Le foreste aiutano a mantenere l’aria, il suolo, l’acqua e le persone in buona salute.
E svolgono un ruolo vitale nel far fronte ad alcune delle più grandi sfide come il cambiamento climatico e la fine della fame».
Ma la Fao avverte che «nonostante questi benefici ampiamente documentati, l’integrità e la sostenibilità delle foreste del mondo sono minacciate dagli effetti cumulativi della deforestazione, del degrado e della concorrenza per usi alternativi del territorio.
Mentre allo stesso tempo, un numero sempre crescente di persone ha bisogno di accedere a maggiori quantità di cibo nutriente.
Forse la sfida più grande è la mancanza di comprensione dei molti modi in cui le foreste restituiscono servigi alla società globale, aggravata dalla crescente disconnessione, in particolare nelle aree urbane, tra le persone e la natura.
Questo problema deve essere affrontato e rovesciato, e questo può essere fatto attraverso l’educazione.
Tuttavia, al momento, l’educazione in materia forestale è spesso inadeguata e non in grado di affrontare le sfide emergenti.
Sono pochi i giovani che studiano la silvicoltura all’università, e ancora meno scuole primarie e secondarie includono l’educazione forestale nei loro curriculum di studio.
Ed anche quando un’istruzione forestale viene offerta, spesso non tiene conto del ruolo multifunzionale delle foreste».
Un progetto triennale punta ad aumentare l’alfabetizzazione forestale e la necessità di gestire le foreste in modo sostenibile tra i bambini di età compresa tra i 9 e i 12 anni in Tanzania e nelle Filippine con moduli di educazione forestale basati su un approccio di apprendimento interattivo e sull’esperienza, rendendo disponibili questi materiali per ulteriori adattamenti e utilizzi in tutto il mondo tramite un apposito sito web.
I materiali e le lezioni apprese verranno diffusi anche durante i principali eventi forestali.
La Fao evidenzia che «in entrambi i Paesi, foreste e aree boschive sono vitali, soprattutto per la sicurezza alimentare, per il fabbisogno energetico e per i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali.
Quasi la metà della popolazione in Tanzania e un terzo nelle Filippine ha meno di 15 anni.
Educare gli studenti delle scuole primarie sull’uso e sulla conservazione forestale sostenibile è un ovvio punto di partenza per garantire a lungo termine l’integrità e la sostenibilità delle foreste dei due Paesi.
L’atro progetto coinvolge – nell’ambito della Collaborative Partnership on Forests – anche l’Organizzazione Internazionale del Legname Tropicale (Itto) e l’Organizzazione Internazionale della Ricerca Forestale (Iufro) per realizzare un inventario di educazione forestale per rivederne lo stato di 6 regioni e identificare globalmente le sfide e le lacune in materia di istruzione forestale e sviluppare raccomandazioni per affrontarle.
L’iniziativa mira anche a creare una piattaforma on-line che funga da punto di riferimento per l’educazione forestale.»
In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, il Wwf punta l’attenzione «sullo straordinario valore dei “polmoni” del Pianeta che non solo sono essenziali per la vita sulla Terra ma che rappresentano un elemento cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici».
Il Panda cita lo studio “Mapping tree density at a global scale”, pubblicato su Nature nel 2015, secondo il quale «all’inizio della rivoluzione agricola vi fossero sulla Terra circa 6.000 miliardi di alberi mentre oggi ne abbiamo circa 3.000 miliardi.
Questa grave perdita di capitale naturale è stata negli ultimi anni parzialmente compensata dal recupero naturale di terre abbandonate da agricoltori o allevatori (2,2 milioni di ettari all’anno) e da nuove piantagioni (3,1 milioni di ettari all’anno).
La principale causa della deforestazione è l’agricoltura commerciale su larga scala, che ha rappresentato circa il 40% della deforestazione nei tropici e sub-tropici; mentre l’agricoltura di sussistenza locale ha inciso per il 33%, l’infrastrutturazione per il 10%, l’espansione urbana per il 10% e l’estrazione mineraria per il 7%».
Per quanto riguarda l’Italia, secondo la Fao, nel periodo 2005-2015 la superficie interessata da formazioni forestali è pari a 9,2 milioni di ettari, con una crescita annua dello 0,6%.
Il Wwf ricorda che «nell’Accordo di Parigi approvato dalla COP 21 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Unfccc) per mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2° C rispetto ai livelli preindustriali e di fare il possibile per limitare l’aumento a 1,5° C, oltre alle massicce riduzioni a breve termine delle emissioni di gas climalteranti, si richiede anche l’applicazione di tecniche di “emissione negativa” che estraggano dall’atmosfera l’anidride carbonica già emessa.
La fotosintesi clorofilliana, processo che estrae l’anidride carbonica dall’aria, utilizzando l’acqua, e la trasforma in materia vegetale, è uno dei mezzi naturali che da 3,5 miliardi di anni permette di assorbire CO2 ed è ovviamente utile nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Le foreste del mondo, tra il 1990 e il 2007 hanno sequestrato in media 2,4 miliardi di tonnellate di carbonio all’anno.
Secondo i dati della Fao del 2010 le foreste manterrebbero immagazzinate 289 miliardi di tonnellate di carbonio nella biomassa viva, nel legno morto, nella lettiera e nel suolo.
Il legno, composto per circa il 50% di carbonio, se utilizzato per produrre beni di lunga durata, come edifici e parti di essi, mantiene naturalmente intrappolata la CO2 mentre, se usato come combustibile, la rilascia in atmosfera».
Dall’Inventario nazionale delle foreste e del sequestro del carbonio 2005, risulterebbe che «la quantità di carbonio organico presente nella parte vegetale presente fuori del terreno dei boschi italiani (alberi vivi, rinnovazione e arbusti)ammonta a 472,7 milioni di tonnellate, mentre quella rimossa annualmente dall’atmosfera ammonterebbe a circa 12,6 milioni di tonnellate».
Il Wwf conclude: «Abbiamo il dovere di fare il possibile per fermare la distruzione delle foreste naturali, restaurare gli ecosistemi degradati dallo sfruttamento e riforestare.
Per farlo è necessario realizzare migliori pratiche di gestione per rendere le foreste più resistenti e resilienti ai disturbi che possono rilasciare improvvisamente una grande quantità di carbonio nell’atmosfera, come gli incendi boschivi.
Le azioni di gestione forestale, poi, devono essere armonizzate all’interno dei paesaggi forestali e si deve favorire l’uso di legname estratto in modo sostenibile per la costruzione di strutture e prodotti di lunga durata, evitando di bruciarlo, se non alla fine del ciclo di vita dei prodotti.
Le foreste del nostro paese costituiscono un importante elemento anche per le attività di adattamento ai cambiamenti climatici, come indicato nel Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico prodotto dal ministero dell’ambiente, e anche il ruolo della riforestazione urbana assume un significato rilevante che il Wwf sottolinea nel suo programma Urban Nature».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 21 marzo 2019 sul sito online “greenreport.it”)