Quasi un mese senza pioggia, il secondo dall’inizio dell’anno, nella terra attraversata dal Grande Fiume. Così l’Emilia-Romagna si ritrova a metà marzo, con un piede ancora nell’inverno, a fare i conti con l’allarme siccità: l’acqua del Po è a livelli troppo bassi per il periodo, così come lo è quella di fiumi, laghi, invasi nel nord Italia. E le conseguenze potrebbero farsi sentire nei prossimi mesi, quando sarà il momento di irrigare campi e coltivazioni e l’acqua potrebbe non bastare, con il rischio di raccolti e produzioni azzerate, che si ripercuoterebbero sull’intero territorio a vocazione agricola. “Se l’assenza di pioggia si protrae – spiega a ilfattoquotidiano.it Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino Distrettuale del Fiume Po – prima dell’estate si potrebbe andare incontro a una situazione discarsità idrica. Dobbiamo cercare di conservare al meglio la risorsa e non disperderla”. Inverno asciutto al nord – Da 27 giorni consecutivi, secondo i dati del Coordinamento delle agenzie Arpa del Distretto del fiume Po, non piove nelle province bagnate dal Grande Fiume, e così è stato anche a fine gennaio per altri 28 giorni. Un record al ribasso, che ha visto un calo del 35-40 per cento delle piogge rispetto alla media stagionale. Il dato è in linea con tutto il nord Italia, che registra precipitazioni dimezzate in questo inverno, come ha riferito Coldiretti sulla base degli ultimi dati Isac/Cnr sull’andamento climatologico in occasione della settimana di #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che chiede azioni concrete contro i cambiamenti climatici. Perché non sono soltanto le mezze stagioni a non esserci più, come si usa dire in questi casi. A sparire, cancellato da condizioni meteo sempre più insolite, è anche l’inverno, stravolto da colonnine del mercurio con temperature al di sopra delle medie di stagione (nel mese di febbraio la media storica italiana è stata superiore di 1,38 gradi e al Nord addirittura di circa 2 gradi) e scarse, se non addirittura assenti, precipitazioni. Lo dimostra anche la “finta primavera” di fioriture e coltivazioni in anticipo dovuta al clima più mite, che ora, come sottolinea Coldiretti, […]