Il Wwf ha pubblicato il rapporto “Economic impacts of hydrocarbon exploitation in Greece” che fa parte della campagna internazionale “Save our Paradise” che l’associazione ambientalista ha avviato per fermare i piani di trivellazione petrolifera e del gas in Grecia. Lo studio, commissionato dal Wwf a effetec, rileva che «un grande sversamento di petrolio in Grecia devasterebbe le industrie del turismo e ittica del Paese e costerebbe all’economia greca più di 7,5 miliardi di euro». Rapporto e campagna internazionale sono la risposta a concessioni 25ennali per l’esplorazione e la trivellazione petrolifera offshore o onshore in un’area marina e terrestre che copre quasi 75.000 km2 che va dal nord di Corfù al sud di Creta. Le compagnie petrolifere che hanno ottenuto le concessioni comprendono Eni, otal, Repsol ed ExxonMobil. Il Wwf sottolinea che «l’area marina, che è pari al 30% della terraferma greca, è caratterizzata da grandi profondità e da una vita marina diversificata – tra cui capodogli, balenottere, zifi, delfini tursiopi, tartarughe marine e foche monache – mentre l’area terrestre consiste di numerose aree protette di eccezionale importanza ecologica». Dimitris Ibrahim, responsabile mare del Wwf Grecia, spiega: «Nei nostri peggiori incubi non avremmo mai immaginato piattaforme petrolifere e di gas a pochi chilometri dalle coste di Creta, Zante, Cefalonia e Corfù, vicino alle spiagge di nidificazione nella baia di Lagana e Kyparissia o nel territorio incontaminato dell’Epiro. La trivellazione nelle acque molto profonde di Creta e del Mar Ionio rappresenta una minaccia letale per questo paradiso naturale e non ha alcun senso sul piano climatico o finanziario». Il rapporto del Wwf è la prima analisi a prevedere e quantificare l’impatto economico di un grande incidente petrolifero in Grecia, documentando così il rischio reale di sfruttamento di idrocarburi e il Panda ellenico dice che «a causa della mancanza di dati sufficienti e disponibili, l’impatto negativo di […]