Lemmetti o Montanari. Montanari o Lemmetti. Alla fine la sindaca Raggi ha scelto l’uomo dei conti, sposando la sua linea sul bilancio Ama, bocciato, e costringendo nei fatti la titolare all’Ambiente a dire addio alla giunta. Montanari o Lemmetti ovvero Casaleggio o Grillo, se è vero, come è vero, che il primo era l’uomo preso da Livorno e spostato a Roma dalla società milanese e la seconda la fedelissima di Beppe, leader maximo ormai in panchina. Ha prevalso la realpolitik, quella che oggi comanda e conta davvero tra i pentastellati. Lemmetti o Montanari, ovvero quale delle due colonne sacrificare. Se il primo rappresenta la stabilità e la bussola, dopo tante difficoltà nel trovare l’uomo giusto per gestire le casse del Campidoglio, la seconda è la faccia stanca di un’amministrazione zoppicante sulla grana delle grane per la Capitale: lo smaltimento dei rifiuti. Alla fine, dalla torre di Raggi, è caduta Pinuccia Montanari, già invisa a una fetta di consiglieri di maggioranza sempre più in difficoltà nel difendere l’indifendibile, vista l’invasione di immondizia per le strade. Una decisione il cui peso concreto si chiarirà nei prossimi giorni. Ma che già pone un nodo chiave: l’uscita di scena dell’assessore porterà anche alla sconfessione politica di quel piano, tutto costruito sul potenziamento della raccolta differenziata, che Raggi ha portato nei mesi su un palmo di mano? L’assessore amica di Grillo, è bene ricordarlo, è diventata nel tempo il volto di una battaglia, quella per traghettare Roma nel magico mondo dell’economia circolare, quella del no a impianti se non dedicati alla separazione del materiale, del “non chiamateli rifiuti ma materiali post consumo”, del 70% di differenziata entro il 2021. Al suo fianco la stessa sindaca ha difeso con le unghie e con i denti la strategia del porta a porta spinto in tutta la città (attivato per ora in meno di due […]