SPAZIO e silenzio. Sono i principali benefici percepibili in una città liberata dalle auto. Pontevedra, in Galizia, adagiata sulle rive di uno dei principali fiordi atlantici, nell’estremo Nord-Ovest della Spagna, dal 2001 ha messo in atto una politica della mobilità tanto semplice quanto rivoluzionaria. Via le auto che la attraversavano, via tutti i parcheggi di superficie e i semafori. Zona senza auto estesa al centro storico e ai quartieri esterni e limite di velocità di 30 km/h per le (poche) strade dove il traffico è ancora consentito. Apertura di parcheggi sotterranei e periferici per un totale di 1.686 posti macchina, rotonde agli incroci. È una città di medie dimensioni, Pontevedra, 84mila abitanti censiti nel 2014, e la sua radicale pedonalizzazione sta dando i suoi effetti. Aria pulita e tranquillità, turismo fiorente, attività commerciali che crescono, nessuna vittima della strada dal 2009 (trenta i decessi tra il 1996 e il 2006). L’inquinamento prodotto dalle auto è sceso del 95%, il totale delle emissioni di CO2 del 70%. Anche la demografia ne ha beneficiato: dal 2001 al 2014 Pontevedra ha guadagnato 8mila nuovi abitanti. E ancora: negare l’autorizzazione a nuovi centri commerciali ha consentito ai piccoli negozi cittadini di rimanere a galla. Per la qualità della vita e per le scelte urbanistiche la città ha ricevuto, negli ultimi anni, riconoscimenti prestigiosi a Bruxelles, New York, Dubai. “For me, this is paradise”, titolava The Guardian poche settimane fa: la frase è attribuita al sindaco Miguel Lores (Bloque nacionalista galego) che diede il la alla pedonalizzazione della città, nel 1999, quando fu eletto per la prima volta. Iniziò, naturalmente, dal centro storico: 300mila metri quadri liberati e strade pavimentate con lastre di pietra. Orgoglioso dell’opera visionaria che contribuì a realizzare, il primo cittadino apre la finestra del suo studio e invita ad ascoltare il vociare delle persone per strada, i cinguettii dei piccoli uccelli […]