Durante il periodo Edo (1603-1867), il piccolo arcipelago delle isole giapponesi Ogasawara era conosciuto con diversi nomi, compreso quello di “Munin-shima” (isole disabitate) da cui deriva il nome inglese Bonin. A quell’epoca queste isole remote erano terre dove facevano scalo le navi baleniere e, prima di diventare giapponesi, furono colonizzate da europei, americani e hawaiani. Ora una di queste isole, Hahajima, diventerà la prima comunità a energia solare del Giappone e capofila di un progetto sostenuto dal governo di centro-destra per espandere l’uso delle energie rinnovabili. Il progetto pilota di Hahajima prenderà il via nel 2022 e sarà gestito dal governo metropolitano di Tokyo, dalla Tokyo electric power company (sì avete capito bene, la Tepco del disastro nucleare di Fukushima Daiichi) e dal villaggio di Ogasawara. L’Asahi Shimbun spiega che «circa 280 famiglie sull’isola ricevono elettricità da energia prodotta con diesel. Passare alla produzione di energia solare contribuirà a ridurre le emissioni di anidride carbonica e di particolato da diesel e anche a produrre e consumare energia a livello locale». A dicembre 2018, Città metropolitana di Tokyo, Tepco e Ogasawara hanno firmato un accordo nel quale si è deciso che il governo metropolitano della capitale giapponese e il piccolo villaggio di Ogasawara forniranno gratuitamente da 20.000 a 30.000 metri quadrati di terreno alla TEPCO Power Grid (la casa madre TEpco è in bancarotta e tenuta in piedi dal governo solo per bonificare i reattori esplosi a Fukushima Daiichi) per poter installare i pannelli solari e le batterie ricaricabili per il progetto dell’isola solare. A partire da febbraio, la TEPCO Power Grid avvierà un esame triennale dell’ambiente naturale dell’arcipelago delle Ogasawara, che sono un sito patrimonio mondiale dell’Unesco e che ospitano una biodiversità unica. Conclusa la valutazione ambientale, i pannelli solari verranno installati nel giro di un anno. Alla fine del 2022, […]