Oggi si chiude (con qualche proroga) la stagione venatoria del 2018-19 e il Wwf, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, sottolinea che è stata «una stagione record per ciò che riguarda i tentativi di deregulation venatoria messi in atto da amministratori e politici delle regioni italiane, che, da settembre a gennaio, hanno fatto a gara per favorire i 570.000 cacciatori italiani. Molte regioni (Marche, Liguria, Veneto, Lombardia) hanno approvato nel 2018 leggi regionali palesemente non conformi alle regole nazionali ed europee, con l’unico obiettivo di favorire in maniera illegittima la parte più retrograda del mondo venatorio. Leggi puntualmente impugnate dal Governo dinanzi alla Corte costituzionale, a seguito dei ricorsi delle associazioni di protezione ambientale come il Wwf: dall’annotazione “fai da te” sul tesserino venatorio ai contributi a pioggia ad associazioni con la scusa delle “tradizioni venatorie” (Veneto), per arrivare persino alla riproposizione della “caccia in deroga” ai piccoli uccellini (dal peso di pochi grammi) come peppole e fringuelli (Lombardia), nonostante le ripetute bocciature di questa pratica, barbara e illegale, dalla Corte europea di giustizia e dalla Corte Costituzionale Italiana. Dulcis in fundo vanno ricordati anche gli strampalati provvedimenti delle Province di Trento e Bolzano “ammazza lupi e orsi”. Anche queste “leggine” sono state impugnate prontamente dal Governo, in mancanza del parere positivo del Ministero dell’Ambiente e Ispra. Molte regioni, comprese le 11 che hanno chiesto lo “stato di calamità”, non hanno ritenuto di dover sospendere, anche per un breve periodo, la caccia a seguito dei catastrofici eventi meteo che hanno colpito in autunno l’Italia, come prevede la legge sulla caccia (art. 19)». Il Wwf ce l’ha anche con i «tanti, troppi calendari venatori illegittimi» contro i quali ha proposto 12 ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali (Abruzzo, Campania, Liguria, Lazio, Marche (3), Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento , Umbria) e ricorda che «in oltre il 90 per cento dei casi […]