Alla fine, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha accolto i reiterati appelli di Legambiente e ha azzerato i vertici del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, nominando commissario il generale dei carabinieri Alfonso Di Palma. Esulta il Cigno Verde che sottolinea che «il neo Commissario, il generale Di Palma, persona di grande equilibrio e profonda umanità, come comandante della Legione Carabinieri “Basilicata” da gennaio 2016 fino a giugno scorso, non ha mai mancato di dimostrare in modo tangibile la sua viva sensibilità sulle questioni ambientali della nostra Regione, come la stessa Legambiente ha potuto in più occasioni constatare. Pertanto non nutriamo dubbi che nel suo nuovo incarico di Commissario Straordinario del Parco dell’Appennino Lucano saprà profondere, insieme ai suoi collaboratori, tutto l’impegno e la competenza necessari per rimettere sui giusti binari, nel più breve tempo possibile, un Ente che ha una funzione strategica nelle politiche di conservazione e sviluppo locale sostenibile anche per la compresenza nello stesso territorio delle attività petrolifere». Antonio Lanorte, presidente Basilicata, Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità dell’associazione ambientalista, e Ennio Di Lorenzo, presidente del circolo Val d’Agri del Cigno Verde, ricordano che «Legambiente, come è noto, ha chiesto con forza per quasi un anno questo epilogo, esponendosi apertamente contro il sistema di potere che si era impadronito dell’Ente Parco imponendo una gestione largamente improntata all’illegittimità e incurante degli interessi del territorio. Per contro abbiamo dovuto subire attacchi a mezzo stampa, tentativi volgari di screditamento, accuse di perseguire interessi personali che abbiamo sempre rispedito al mittente perché rivendichiamo la nostra identità di ambientalisti liberi da ogni condizionamento ed interesse di parte che non sia quello della salvaguardia e dello sviluppo sostenibile del territorio». Lanorte, Nicoletti e Di Lorenzo concludono: «Adesso non ci interessa dire che avevamo ragione, non ha importanza sostenere che abbiamo vinto, perché la nostra […]