In una ricerca appena pubblicata, Lucio De Maio, Andrea Celentano e Rosario Carbone, di Arpa Campania – UO Mare, sottolineano che «negli ultimi anni sempre più frequentemente si osservano in Campania fenomeni meteorologici di notevole intensità. In particolare, l’inizio dell’autunno 2018 è stato caratterizzato da ripetute fasi di tempo instabile con marcati fenomeni temporaleschi e non di rado è stato possibile osservare dalla costa delle trombe marine, con lo stupore di molti». All’Arpa Campania (Arpac) spiegano che «la formazione di una tromba marina è favorita dall’elevata temperatura del mare in grado di fornire considerevole energia ai sistemi nuvolosi. I moti vorticosi si innescano in seguito al contrasto tra l’aria calda ascendente e presente sulla superficie marina e l’aria fredda discendente in quota: fenomeni, questi, favoriti in mare dall’assenza di ostacoli. In questa situazione la forma della tromba d’aria sarà assottigliata, molto contorta e poco potente, ma tuttavia in grado di provocare danni significativi a persone o cose. Queste trombe marine sono dette “waterspout” e sono tipiche dell’Italia e in generale dell’Europa. Il mare, come è noto, ha la funzione di regolare il clima. Infatti, l’acqua accumulando calore in estate e cedendola in inverno, rende gli inverni più miti e le estati meno afose. L’energia contenuta nel mare, tuttavia, può portare in alcuni periodi dell’anno alla formazione di eventi anche catastrofici, ad esempio la formazione di trombe marine. Il mare, specie nel periodo autunnale, costituisce un serbatoio di energia accumulata sotto forma di calore. Va ricordato che per aumentare di un solo grado la temperatura di un litro d’acqua, è necessario fornire circa 1000 calorie (1 kcal)». A novembre l’Arpac ha registrato temperature superficiali del mare che erano in media di 1,5° C più alte rispetto a quelle registrate nello stesso periodo in anni precedenti e i ricercatori evidenziano che «ciò che […]