Piombo, zinco, cadmio, alluminio. Un inferno di veleni avvolge Portovesme. Molti conoscono questo nome per il polo industriale colpito dalla crisi del 2008 e in parte chiuso nel 2012 dopo anni di agonia. Era il più grande della zona, l’ex provincia di Carbonia-Iglesias, specializzato nella lavorazione di metalli pesanti: allumina da bauxite (prodotto da Eurallumina), alluminio (lavorato all’ex Alcoa), zinco, piombo e cadmio (trattati dalla Portovesme srl). Una storia del passato, almeno per ora. In questi anni gli sforzi delle istituzioni regionali e nazionali si sono concentrati sul rilancio del polo, tra finanziamenti pubblici e compratori russi e svizzeri: la società elvetica Sider Alloys che ha acquisito l’ex Alcoa lavora per la riapertura e si parla già di una produzione di 150mila tonnellate l’anno di alluminio. Ma nel frattempo la tutela dell’ambiente e della popolazione dall’inquinamento, tuttavia, non sembra aver attirato altrettanta attenzione. “Non si può più parlare solo di inquinamento dell’ambiente – dice Domenico Scanu, presidente dell’Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente – è necessario e urgente un controllo continuo sullo stato di salute della popolazione”. Lavoro e salute, una volta di più, uno contro l’altra. Giorgio Alimonda, il sindaco di Portoscuso – il Comune che comprende Portovesme – parla di “un vero e proprio braccio di ferro”: se da una parte la riapertura delle industrie significa nuovi posti di lavoro, dall’altra non è più possibile “alcuno sconto dal punto di vista ambientale”. Il problema occupazionale – Nell’accordo di programma firmato, qualche settimana fa, alla Confindustria di Cagliari tra la Sider Alloys e i sindacati la parola chiave è “revamping”: l’insieme di interventi di miglioramento degli impianti necessari per la ripartenza. Ma una data di inizio ancora non c’è. “Le buone intenzioni dimostrate dalla società svizzera servono a ridare fiducia – dice a Ilfattoquotidiano.it il segretario generale Cisl Sardegna, Fabio Enne – ma non bastano più. Servono i fatti”. A fine anno, infatti, scadranno le indennità statali per tutti gli ex lavoratori Alcoa in mobilità. E l’eventuale riapertura dell’impianto è prevista non prima del 2020: la Sider Alloys deve ancora appaltare i lavori di rinnovamento dei macchinari a una società specializzata. “L’economia della sola […]