Qualche anno fa si parlava di cambiamenti climatici come una minaccia per il futuro. Oggi, purtroppo, gli effetti dei cambiamenti climatici sono in tutta Italia, ma li chiamiamo maltempo. D’altronde, con il maltempo non ci si può arrabbiare. Con i cambiamenti climatici si potrebbe invece provare a chiarire le cause, note da anni alla scienza, e le conseguenti responsabilità di chi per decenni non ha fatto nulla. Responsabilità che sono sia della politica, che fa lo slalom tra annunci ed impegni non abbastanza ambiziosi, sia delle aziende che da anni bruciano carbone, petrolio e gas lasciando le conseguenze sulle spalle, e sui polmoni, dei cittadini. Più facile allora chiamarlo maltempo, bombe d’acqua, ondate di calore. Poco si può fare contro questi eventi meteo. Stare chiusi in casa, al massimo, e quando la tempesta è passata lasciare spazio per qualche passerella politica, magari con la tuta della protezione civile. Senza mai parlare delle vere cause e delle possibili soluzioni, sia chiaro, perché con quelle non si guadagnano voti. Eppure, è la scienza a dirci che bombe d’acqua, ondate di calore, siccità, e tutti i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più intensi e frequenti proprio a causa dei cambiamenti climatici. Sempre la scienza, in particolare l’IPCC – il braccio scientifico dell’ONU che si occupa dei cambiamenti climatici – ha delineato delle chiare soluzioni: abbandonare i combustibili fossili, carbone petrolio e gas, e accelerare la transizione energetica verso un mondo 100% rinnovabile. Oltre che diminuire il consumo di carne e fermare la deforestazione. Il tutto, a detta degli scienziati, va fatto adesso. Non domani, oggi. Senza mezzi termini. La politica però preferisce chiamare tutto questo maltempo. Supportata da gran parte dei mezzi di informazione, che si guardano bene dal fare parlare uno scienziato di questo “maltempo”: meglio dare spazio a politici che si rimpallano le responsabilità in un terribile gioco a chi ha fatto […]