Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Condono, una parola che mi dà il mal di stomaco”

 

IL CONDONO non mi piace, a Ischia e negli altri posti.

Mi viene mal di stomaco a parlare di condono, fisicamente e culturalmente.

All’estero non esiste il termine ‘condono’, quando vado ai congressi internazionali mi chiedono cosa voglia dire.

Sono fiducioso che il dibattito parlamentare possa aiutare, voglio fare la goccia cinese…“.

Non usa mezzi termini il ministro dell’Ambiente Sergio Costa intervistato da Sergio Rizzo a Repubblica Tv.

Costa parla dei primi, mesi a capo del ministero “più importante del Paese perché tratta le problematiche strettamente legate alla salute e alla sopravvivenza dell’uomo” e sottolinea i punti nodali per il progresso nella tutela dell’Ambiente e anche le sfide ancora da affrontare.

Quella sull’Ilva per cominciare: “Era già stato fatto tutto e non mi piaceva.

A contratto firmato, quindi in condizioni difficili, abbiamo ottenuto la migliore soluzione possibile“. 

Per lo smaltimento dei rifiuti, il consumo indiscriminato del territorio, l’inquinamento e la plastica secondo Costa si può fare molto.

Sono convinto che se si fa riduzione dei rifiuti a monte“, afferma, “allora avremo sicuramente dimezzato il problema alla fonte.

E se dimezziamo il problema vuol dire che abbiamo un’economia circolare che funziona perché non ci sono più rifiuti, ma materie prime.

Quindi così gli impianti di prossimità, tipo i termovalorizzatori, non servono più“.

Mentre sull’approvazione della legge sul consumo del suolo al palo dal 2012 intende partire dal lavoro fatto dalla precedente legislatura: “L’ho già detto alle camere: la legge sul consumo di suolo ha la priorità.

Nella scorsa legislatura si era arrivati ad un metro dall’approvazione.

Oggi si riprende quella norma.

Mi sono permesso di dire di metterci dentro anche il bilancio ecologico in modo da fare una valutazione di quanto suolo si spreca“.

E poi parla della parte ecologica inserita nella manovra appena licenziata dal governo: “Nella manovra ci sono due belle cose per l’ambiente“, ricorda Costa, “i soldi per le bonifiche e la riduzione degli imballaggi alla fonte.

Sull’ammontare dei fondi per le bonifiche stiamo calibrando l’ultimo passaggio – ha detto il ministro -, lo difendo con le unghie e con i denti. Lo stanziamento riguarda le bonifiche dei siti orfani, dei quali si sono perse le tracce dei responsabili“.

Per quanto riguarda la riduzione degli imballaggi alla fonte “abbiamo troppi rifiuti – ha detto il ministro -. Uno degli elementi è ridurre gli imballaggi.

Li posso ridurre a danno delle aziende?

Sarei fuori dal mondo.

Si può fare col credito di imposta.

Io ti do un credito di imposta perché tu possa essere favorito a produrre con meno imballaggi.

Poi creiamo un corner negli esercizi commerciali dove il cittadino possa comprare con meno imballaggi.

Se funziona, l’anno dopo creiamo la leva fiscale per il consumatore, per farlo comprare in quel corner con minori imballaggi“.

E alla domanda di Sergio Rizzo sul rogo del deposito rifiuti nel Milanese il ministro Costa ha annunciato il “Daspo” per i reati ambientali: “Ci sono siti di stoccaggio, le cosiddette piattaforme, che stranamente prendono fuoco. E dico stranamente tra mille virgolette.

Mediamente negli ultimi tre anni sono bruciati quasi 300 siti di stoccaggio, prima non accadeva.

C’è quindi qualcosa non di occasionale, ma di strutturale.

Le procure stanno investigando, coi carabinieri e la forestale.

Chi inquina se ne deve andare dal territorio, deve avere il Daspo, oltre al sequestro allargato dei beni, come si fa per la mafia“.

Infine Costa ha illustrato le principali novità del progetto di legge sui rifiuti: si sta  stilando un elenco dei siti che gestiscono materiale sensibile per l’ambiente, (“questo elenco ad oggi non esiste“), ha spiegato il ministro, controlli rafforzati dentro gli impianti, obbligo di fideiussione bancaria per chi vuole aprire una impianto di trattamento (“così se c’è un danno e la società magari è fallita, non paga Pantalone“), inasprimento delle pene (“alcuni reati contravvenzionali diventano delitti“).

 

 https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=l9sDPRbhS1k

(Articolo di Anna Maria Liguori, pubblicato con questo titolo il 18 ottobre 2018 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

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