VAS e Basta Cartelloni chiedono alla Sindaca Raggi ed agli Assessori competenti cosa intendano fare dopo il totale fallimento del servizio di bike sharing a flusso libero

 

Prot. n. 49/2018                                                                                Alla Sindaca del Comune di Roma

Virginia Raggi

all’Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive

Carlo Cafarotti

 All’Assessore alla Città in Movimento

Linda Meleo

Oggetto – Servizio di Bike Sharing a totale flusso libero e/o finanziato dalla pubblicità: obbligo di assicurare comunque un servizio pubblico Inizio modulo

Sul quotidiano La Stampa del 9 ottobre 2018 è stato pubblicato un articolo che ha annunciato il ritiro (probabilmente entro il prossimo mese di novembre) anche dalle strade di Roma del servizio di bike sharing in modalità “free floating” (flusso libero) gestito dalla OBike Italia che verso la fine di novembre del 2017 aveva introdotto nei Municipi I e II circa 1.200 biciclette senza nessuna autorizzazione da parte della Amministrazione Capitolina: l’autore dell’articolo Lodovico Poletto si chiede se si tratta del “fallimento di un altro pezzo della new economy basato sulla condivisione”.

La volontà di introdurre a Roma il bike sharing a flusso libero è stata annunciata dalla stessa Sindaca di Roma nella mattinata del 16 novembre 2017 quando ha portato il suo saluto di apertura ai lavori della 2° Conferenza Internazionale di VeloCittà, facendo sapere che “stiamo lavorando molto al Bike Sharing a flusso libero, che nel tempo vogliamo portare anche nelle periferie.

Sulla stessa direzione si è dichiarata poco dopo anche l’Assessore alla Città in Movimento Linda Meleo, che dopo aver ricordato i precedenti servizi di Bike Sharing a Roma, che non hanno funzionato, ha messo in risalto l’esperimento di Bike Sharing a flusso libero dichiarando che “ci crediamo, ma ha presentato problemi di gestione” per cui “stiamo mettendo in campo un Regolamento”.

Quel giorno ha chiuso il suo intervento dichiarando di essere “convinta che il Bike Sharing a flusso libero soddisferà i bisogni dei romani”.

Dell’annunciato “Regolamento” non c’è traccia a tutt’oggi, mentre il 27 novembre 2017 sul sito del Comune è stato annunciato un bando di gara per l’acquisto e il posizionamento di 2.000 nuove rastrelliere per biciclette davanti alle scuole, metro, nodi di scambio, università, biblioteche di Roma.

Per di più l’Assessore Linda Meleo il successivo 13 dicembre 2018 ha partecipato addirittura di persona alla presentazione di un ulteriore servizio di Bike Sharing a flusso libero da parte della società di Hong Kong Gobee.Bike che ha introdotto ca. 400 biciclette nei Municipi I e IX di Roma: ma il successivo 15 febbraio 2018 con un comunicato stampa la Gobee.Bike ha annunciato l’intenzione di dover lasciare l’Italia e l’Europa per causa del vandalismo contro le proprie flotte di biciclette, che ha reso economicamente insostenibile la prosecuzione del servizio.

In considerazione di quanto è fin qui successo, all’interrogativo che si è posto il giornalista Lodovico Poletto si può oggettivamente affermare che l’amministrazione capitolina ha fallito su tutti i fronti, compresa la dotazione di 2.000 inutili rastrelliere per bici a flusso libero, visto che per il loro parcheggio sarebbero sufficienti spazi individuati in tutto il territorio della capitale contrassegnati da apposite strisce e segnaletica.

Ma il 20 dicembre 2017 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata riguardo al servizio di messa in contatto con conducenti d’auto non professionisti fornito da Uber ed ha sentenziato che rientra nel settore dei trasporti nell’ambito del servizio pubblico, per cui gli Stati membri possono di conseguenza disciplinare le condizioni di prestazione di tale servizio.

Per analogia la sentenza della Corte di Giustizia deve ritenersi pienamente applicabile anche al servizio di Bike Sharing a flusso libero, che dovrebbe essere pertanto disciplinato e soprattutto assegnato in gestione tramite apposito bando di gara nel rispetto della Direttiva 2004/18/CE sulla libera concorrenza e del D. Lgs. n. 163 del 12 aprile 2006 che l’ha recepita.

In considerazione del fallimento del servizio di bike sharing a flusso libero, permesso liberamente senza alcun vincolo o regolamento, con le conseguenze che ha comportato, nel novero di un prossimo ed auspicabilmente unico tipo di servizio di Bike Sharing che il Comune di Roma dovrebbe comunque assicurare ai cittadini, senza alcun rischio di una sua interruzione, le SS.LL. debbono tenere ormai nella più che dovuta considerazione anche la proposta di “Integrazione del servizio di Bike Sharing previsto nella riforma dei cartelloni pubblicitari di Roma con il servizio di Bike Sharing a flusso libero”, che è stata fatta dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni con Nota VAS prot. n. 14 del 27 settembre 2017, con lo scopo dichiarato di evitare il parcheggio selvaggio in ogni parte della capitale che potrebbe derivare (come si è poi puntualmente verificato) dall’eventuale servizio privato di biciclette a flusso libero, oltre che di assicurare anche un servizio di bicicletta a pedalata assistita non previsto invece nel sistema di bici a flusso libero.

Alla istanza delle associazioni VAS e Basta Cartelloni si deve dare ancora una risposta a distanza ormai di più di un anno, malgrado ben 5 solleciti.

Con il 1° sollecito trasmesso con Nota VAS prot. n. 26 del 29 novembre 2017 è stato fra l’altro presente che un servizio di Bike Sharing a flusso libero non porterà nessun introito nelle casse del Comune e si tradurrà in un disservizio per i cittadini, affossando così lo stesso servizio finanziato dalla pubblicità che, oltre ad assicurare un servizio ai cittadini completo anche di bici elettrica, porterebbe ad incassare non solo il Canone Iniziative pubblicitarie (C.I.P.) su ognuno degli impianti pubblicitari speciali concessi come corrispettivo per 10 anni, ma anche quanto meno su una parte se non su tutto il noleggio delle biciclette.

Con il 2° sollecito inoltrato con Nota VAS prot. n. 27 del 29 novembre 2017 è stato fatto altresì presente che appare evidente che a questo punto non è possibile eliminare dalla riforma dei cartelloni pubblicitari il servizio di Bike Sharing finanziato dalla pubblicità, perché comporterebbe la modifica della Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014, che ha dettato i criteri di redazione dei Piani di Localizzazione prescrivendo 8.000 mq. di impianti speciali da riservare come corrispettivo ad un servizio di Bike Sharing, poi ribaditi dalla Deliberazione del Commissario Straordinario n. 19 del 31 marzo 2016, e conseguentemente costringerebbe ad annullare la Deliberazione Giunta Capitolina n. 243 del 13 novembre 2017 ed a rifare i Piani di Localizzazione, allungando a tempo indeterminato l’entrata in vigore della intera riforma dei cartelloni pubblicitari.

Con il 3° sollecito fatto con Nota VAS prot. n. 29 del 1 dicembre 2017 è stato messo in evidenza che senza aspettare l’avviso pubblico dell’Amministrazione Capitolina, così come fatto dai Comuni di Firenze e di Milano, la OBike Italia si è permessa di introdurre in regime di libero mercato la bellezza di 1.200 biciclette nei Municipi I e II, senza la benché minima considerazione che il Centro Storico di Roma è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità e dovrebbe essere disciplinato anche sotto tale aspetto commerciale in sede di Tavolo per il decoro.

Con il 4° sollecito trasmesso con Nota VAS prot. n. 34 del 19 dicembre 2017 è stata lamentata la mancata risposta e sono state avvertite le SS.LL che in caso di recidivo rifiuto di rispondere, VAS e Basta Cartelloni saranno costrette a presentare un esposto-denuncia per chiedere alla Procura della Repubblica di voler accertare se nel comportamento di tutte le SS. LL. in indirizzo si possano ravvisare non solo gli estremi del reato di cui al 2° comma dell’art. 328 del Codice Penale.

Infine con il 5° sollecito fatto con Nota VAS prot. n. 5 del 26 febbraio 2018 è stata messa in risalto la sentenza del 20 dicembre 2017 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

In occasione dell’incontro che il 28 giugno 2018 il neo Assessore Carlo Cafarotti ha voluto avere con le ditte pubblicitarie e le rispettive associazioni di categoria, come riportato in una comunicazione del 30 luglio 2018 della associazione di categoria I.R.P.A. (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) “è emerso che il comune stava riesaminando la questione relativa al loto del bike sharing”: nell’incontro che subito dopo ha tenuto (ma per metà tempo) anche con i rappresentanti delle associazioni VAS e Basta Cartelloni l’Assessore ha glissato sull’argomento del bike sharing finanziato dalla pubblicità.

La Sindaca Raggi e l’Assessore di turno allo Sviluppo Economico e Attività Produttive debbono dare ancora risposta, malgrado i due solleciti inoltrati il 28 marzo 2018 ed il 23 agosto 2018, anche alla interrogazione a risposta scritta presentata il 15 gennaio 2018 dal cons. capitolino Stefano Fassina che ha chiesto fra l’altro di sapere:

  • se si intende, comunque, mantenere un servizio di Bike Sharing di pubblica utilità finanziato dalla pubblicità, completando la progettazione delle 250 ciclostazioni già previste da parte dell’Agenzia per la Mobilità o se si intende sostituire, con l’introduzione del servizio di bike sharing a flusso libero, le ciclostazioni con un numero ben maggiore di “stazioni-parcheggi” senza bisogno di corredarle di stalli o rastrelliere;
  • se questa Amministrazione intende autorizzare, a tempo indeterminato, senza alcun ritorno economico, un servizio privato di noleggio di biciclette a flusso libero introducendo nel mercato di Roma un servizio senza regole certe invece di assicurare ai cittadini di Roma un servizio di Bike Sharing finanziato dalla pubblicità, che oltre ad essere di pubblica utilità (potendo fornire tra l’altro anche biciclette a pedalata assistita) porterebbe nelle casse del Comune non solo le entrate del Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) su ognuno degli impianti speciali concessi in gestione decennale ma anche un utile, quanto meno, sulla metà dei noleggi delle biciclette.

A settembre dell’anno sorso il Presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefano aveva rilasciato una intervista al quotidiano “la Repubblica” con cui annunciava che “entro Natale il Comune farà un avviso pubblico” per introdurre a Roma il modello di bike sharing a flusso libero attivato a Milano: ma nell’incontro che ha avuto con i cittadini lo scorso 11 ottobre ha dichiarato che “questa città ha bisogno anche del servizio di bike sharing tradizionale”.

In considerazione del totale fallimento del servizio di bike sharing a flusso libero fin qui permesso dal Comune e della sua totale inaffidabilità riguardo alla continuità delle prestazioni fornite da soggetti privati, estesa a tutto il territorio comunale, si chiede di sapere se le SS.LL. intendano  assicurare l’obbligo del servizio di bike sharing confermando quello previsto dai Piani di Localizzazione integrato al bike sharing a flusso libero (come proposto da VAS e Basta Cartelloni) oppure intende sopprimere questo servizio affidandosi nuovamente e senza garanzie a non si sa bene quali nuovi futuri operatori, privando comunque i cittadini romani di un servizio da utilizzare anche se non soprattutto per recarsi al lavoro in bicicletta e che contribuisca ad alleggerire la morsa del traffico che affligge quotidianamente la città di Roma.    

Si mette in evidenza che il servizio di bike sharing finanziato dalla pubblicità fa parte integrante dei Piani di Localizzazione degli Impianti Pubblicitari, che a distanza ormai di quasi un anno dalla loro approvazione debbono ancora vedere l’inizio di una loro piena attuazione con la predisposizione dei rispettivi bandi di gara: in assenza di una posizione ufficiale su cosa le SS.LL. intendano fare in termini “politici” di scelte riguardanti l’attuazione dei Piani di Localizzazione, nell’inerzia ulteriore si potrebbero ravvisare gli estremi del reato di omissioni di atti dovuti d’ufficio.

Si sollecita pertanto una risposta nel merito sia alla nota prot. n. 14 del 27.09.2017 delle associazioni VAS e Basta Cartelloni che alla interrogazione del consigliere Stefano Fassina.

Si rimane in attesa di un riscontro scritto, anche per via telematica, che si richiede ai sensi degli articoli 2, 3, 9 e 10 della legge n. 241/1990.

Distinti saluti.

Per l’associazione VAS

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

Responsabile del Circolo Territoriale di Roma

Per l’associazione Bastacartelloni

Dott. Franco Quaranta

Presidente

 

Roma, 15 ottobre 2018

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