Detto francamente ‘sta storia del preteso “censimento” realizzato dall’Università degli Studi di Sassari per conto della Regione autonoma della Sardegna sulla consistenza di Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus) e Pernice sarda (Alectoris barbara) ha preso a noia, per non dire altro.
In realtà, lo stesso Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari aveva messo nero su bianco che si trattava di una “relazione preliminare” e la stessa Regione ha sempre parlato di “relazione preliminare”, ma – a tutti i costi – Regione e Associazioni venatorie han preteso che rappresentasse una base tecnico-scientifica sufficiente per aprire la caccia a Lepri sarde e Pernici sarde con un assurdo “carniere” potenziale complessivo di ben 71.974 Lepri sarde e 143.948 Pernici sarde per i 35.987 cacciatori autorizzati alla caccia in Sardegna secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (piano faunistico-venatorio della Sardegna in corso di approvazione).
Come noto, sul piano giuridico, il calendario venatorio regionale sardo 2018-2019, nella parte in cui prevede la caccia alla Lepre sarda e alla Pernice sarda, emanato con decreto dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna n. 16139/13 del 20 luglio 2018, ha preso ben quattro sberle da Consiglio di Stato e T.A.R. Sardegna su ricorso delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (GrIG), Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.), Lega Anti-Vivisezione (L.A.V.), WWF, Lega Italiana Protezione Uccelli LIPU – BirdLife Italia, grazie all’avv. Carlo Augusto Melis Costa del Foro di Cagliari: infatti, con ordinanza Cons. Stato, Sez. III, 5 ottobre 2018, n. 4897 e con decreto presidenziale n. 4456 del 20 settembre 2018 è stata respinta l’istanza di sospensione degli effetti dell’ordinanza T.A.R. Sardegna, Sez. I, 13 settembre 2018, n. 275, che aveva confermato la sospensione del calendario venatorio adottata con decreto presidenziale T.A.R. Sardegna, Sez. I, n. 260 dell’1 settembre 2018.
Eppure, la Regione ha insistito e ha richiesto un ulteriore parere all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), che pure si era già espresso negativamente (nota prot. n. 45393/T-A11 del 13 luglio 2018) sulla proposta di caccia a Lepri e Pernici proprio per l’assenza di adeguato censimento.
E l’I.S.P.R.A. ha risposto (nota prot. n. 58493 del 4 ottobre 2018), affermando, in buona sostanza, che “il monitoraggio di Lepre sarda e di Pernice sarda è stato realizzato solo su un numero ridotto di zone autogestite (19), per una superficie complessiva di circa 34.000 ha (pari all’1,5% della superficie agro-silvo-pastorale regionale) … i dati di densità ottenuti per le due specie sono molto variabili tra le diverse zone campione e difficilmente estrapolabili a tutto il territorio regionale, in quanto non sempre coerenti con i modelli di vocazione regionale per le due specie” per concludere affermando ancora che “pur condividendo l’intenzione di avviare il monitoraggio di Lepre sarda e di Pernice sarda al fine di pianificare il prelievo delle due specie, si ritiene che la superficie interessata dalle attività di raccolta di dati non sia statisticamente sufficiente per ottenere dati attendibili sulla condizione della popolazione. Inoltre i dati ottenuti non sono stati utilizzati per proporre piani di prelievo di Lepre sarda e di Pernice sarda”.
Insomma, per capirci, come sostenuto da parte ecologista, non siamo in presenza di un vero e proprio “censimento” valido per poter prevedere in qualche modo la caccia a Lepre sarda e di Pernice sarda e, in più, non è stato nemmeno utilizzato per la predisposizione del calendario venatorio.
Eppure i rappresentanti delle Associazioni venatorie in sede di riunione del Comitato faunistico regionale (10 ottobre 2018) non han pensato di meglio , mentre mezza Sardegna finiva ancora sott’acqua, che proporre una giornata di caccia a Lepre e Pernice sarda: proposta respinta a maggioranza dei componenti.
Lepri sarde e Pernici sarde sono quindi salve per il secondo anno di seguito.
Regione e Associazioni venatorie impareranno qualcosa, una buona volta?
Boh, non si sa.
Intanto, per far capire meglio come funzionano le cose, procederemo a chiedere quanto ci spetta in base alla sentenza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 1 febbraio 2018, n. 65: volevamo lasciar perdere, ma quest’assurda ostinazione nel pretendere una caccia non dovuta e, in particolare, vari insulti e minacce comparsi in siti internet e pagine Facebook di associazioni venatorie ci han fatto cambiare idea.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 ottobre 2018 sul sito online del Gruppo d’Intervento Giuridico)