“Il glifosato può essere nocivo per le api”

 

SONO minacciate dai pesticidi, dalla riduzione dell’habitat, dagli antibiotici e dalle infezioni batteriche.

Ma tra i killer silenziosi delle api potrebbe esserci anche il glifosato, l’erbicida più usato al mondo.

A dirlo è un team di ricercatori dell’università del Texas, a Austin: il glifosato – spiegano – abbatte la popolazione di batteri “buoni” presenti nel loro intestino e le espone al rischio infezioni.

LA RICERCA

Gli studiosi hanno esposto alcune api da miele agli stessi livelli di glifosato che gli insetti possono incontrare in un campo coltivato, in un giardino o sul ciglio di una strada.

Le hanno contrassegnate con dei puntini colorati sulla schiena, per poterle identificare, e le hanno catturate di nuovo dopo tre giorni.

Gli esami in laboratorio hanno confermato che l’erbicida aveva ridotto in modo considerevole il microbiota: almeno quattro delle otto specie di batteri “buoni” che popolano il loro intestino risultavano molto meno abbondanti.

La prova cruciale è stata il “confronto” con un patogeno letale per le api: la Serratia marcescens.

Esposte al batterio, metà delle api con microbiota integro era ancora vivo a otto giorni di distanza dall’infezione, mentre solo un decimo di quelle con microbiota alterato era riuscito a sopravvivere.

I risultati sono stati descritti in un articolo pubblicato su Pnas.

“BISOGNA CORRERE AI RIPARI”

I ricercatori – Erick MottaNancy Moran e Kasie Raymann – sollecitano una revisione delle linee guida che disciplinano l’uso del glisofato che al momento lo considerano innocuo per gli api, perché dovrebbe interferire solo con un enzima trovato nelle piante e nei microorganismi.

E nel frattempo chiedono ad agricoltori e giardinieri di non spruzzare erbicidi a base di glifosato sulle piante in fiore, quelle che attirano di più le api.

Non è l’unico fattore che ha causato nell’ultimo decennio le morti delle api – commenta Motta – ma è certamente qualcosa di cui bisogna preoccuparsi perché il glifosato è usato ovunque“.

LA REPLICA

Le affermazioni secondo cui il glifosate ha un impatto negativo sulle api non sono corrette” dice la multinazionale farmaceutica Bayer, che ha acquisito nei mesi scorsi la Monsanto, produttrice dell’erbicida Roundup, a base di glifosato.

Più di 40 anni di evidenze scientifiche indipendenti e consolidate – continua la multinazionale – confermano che il glifosate non rappresenta un rischio concreto per esseri umani, animali e ambiente.

Quando le autorità di regolamentazione valutano i nuovi pesticidi per autorizzarne l’uso considerano molto attentamente il loro possibile impatto.

Uno studio di Thompson e colleghi del 2014 ha dimostrato che un’esposizione delle api e delle loro colonie al glifosate, a livelli superiori a quanto realisticamente sarebbe possibile in natura, non ha effetti negativi per la loro sopravvivenza.

Questi risultati sono stati ulteriormente confermati da uno studio sulle uova delle api condotto per rispondere agli attuali requisiti di verifica dell’Ue per il rinnovo dell’autorizzazione del glifosate.

In generale, nessuno studio su larga scala ha mai trovato alcun legame diretto tra il glifosate e la diminuzione della popolazione delle api“.

 

(Articolo di Francesca Fortunato, pubblicato con questo titolo l 25 settembre 2018 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas