In Trentino le aree protette rappresentano una fetta fondamentale del territorio (e dell’economia) locale: un parco nazionale, 2 parchi naturali, 10 reti di riserve più una moltitudine di piccole aree protette formano una fitta ragnatela verde che arriva a coprire il 33% della Provincia autonoma, coinvolgendo attivamente 80 comuni.
Non a caso avrà sede qui la prima edizione del Festival delle aree protette, organizzato dalla Provincia di Trento da venerdì 14 settembre, offrendo al contempo un’occasione per festeggiare in grande i 30 anni dei due parchi naturali (Adamello Brenta e Paneveggio-Pale di S. Martino).
Ma il Festival non ha solo lo scopo di sottolineare l’importanza delle aree protette dal punto di vista della conservazione del territorio e della sua biodiversità.
Dietro a ogni parco naturale, grande o piccolo che sia, c’è infatti una possibilità importante di ritorno economico per le comunità che nel territorio vivono: «Nel 2016 l’Università di Trento ha prodotto uno studio per calcolare l’indotto economico del sistema aree protette – spiega Claudio Ferrari, responsabile del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento – La cifra finale dell’indagine ha sorpreso anche noi: il sistema della nostra rete di parchi ha permesso un indotto di 70 milioni di euro.
È un indice molto significativo di quale valore economico abbia la valorizzazione della natura».
Un capitale naturale che presenta enormi possibilità di sviluppo in tutto il Paese, dove si misura la densa presenza di 24 parchi nazionali, oltre 140 parchi regionali, 27 aree marine protette e alcune centinaia di riserve naturali, statali o regionali.
«Un approfondito studio di Unioncamere realizzato già 4 anni fa ha evidenziato come i parchi, a parità di condizioni territoriali, hanno un effetto positivo sull’economia», conferma il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri.
La sostenibilità nella sua triplice declinazione – ambientale, sociale ed economica – sarà dunque al centro del Festival, che dopo l’apertura di venerdì 14 con un convegno nazionale sulle reti ecologiche e la governance delle aree protette proseguirà il giorno 15 con una grande festa al Museo di Trento.
Il sipario calerà domenica 16, con tanti eventi e occasioni di visita nelle aree protette del Trentino, culminando in un’iniziativa nata per incoraggiare il contatto fisico, viscerale con la natura.
Un flash mob tra le conifere del Parco nazionale dello Stelvio trentino (alle 9.30 in Val di Rabbi, località Coler), ovvero un appuntamento collettivo per abbracciare abeti e larici, che si annuncia potenzialmente da Guinness dei primati.
«Ogni albero, ogni pianta, in particolari condizioni, agisce favorevolmente sull’organismo umano, sia a livello psico-emozionale, che fisiologico, generando concreti benefici scientificamente misurabili», argomenta spiega Marco Nieri, bioricercatore ed esperto in salute dell’habitat.
Così mentre al Palazzo Strozzi di Firenze si è appena concluso The Florence Experiment, un avveniristico progetto italo-tedesco che ha unito arte e scienza per indagare se e come le emozioni umane influenzino il comportamento delle piante, in Trentino si valorizza l’aspetto inverso del rapporto che ci lega alla natura: «Abbracciando un albero – conclude Nieri – non solo siamo in contatto con un meraviglioso essere vivente, ma possiamo cogliere la sua benefica energia».
Provare per credere.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 5 settembre 2018 sul sito online “greenreport.it”)